La Storia dell’arte dell’Iran

PRIMA PARTE

L’ARTE DELL’IRAN PREISLAMICO

Il periodo proto-elamita

L’analisi dei numerosi sigilli cilindrici risalenti agli inizi del quarto millennio, permette di capire che parallelamente allo sviluppo della civiltà urbana in Mesopotamia e nell’Elam, si assistette a una certa stagnazione nell’arte della regione. La monotonia dei disegni sui timbri, l’assenza di precisione e raffinatezza nel tratto e nell’incisione e la ripetitività tematica rivelano che l’età dell’oro di quest’arte stava giungendo alla fine. Sembra che in questo periodo l’antica genia cittadina creatrice di cultura si sia livellata verso il basso con le classi lavoratrici e più umili, mutuandone costumi e stile di vita. Le abitudini e le tradizioni religiose si tramutarono in superstizione e rozzezza dottrinale e i sigilli cilindrici e sferici vennero utilizzati come talismani ed amuleti. Questo modello di vita si diffuse in tutta la Mesopotamia, da nord a sud, dalla Siria a Ur, nel cuore della civiltà sumerica, arrivando a contagiare l’Elam e l’Iran meridionale. Nonostante questo, le più importanti città sumeriche ed elamitiche furono all’inizio della differenziazione interna delle società urbane. In altri termini, vi era una classe colta, selezionata e “alta” che si occupava degli affari della città e assolveva importanti funzioni amministrative, oltre ad essere anche custode della scrittura, introdotta non da molto tempo. E c’era un’altra classe deputata ai lavori manuali, che costituiva la maggioranza della popolazione.

L’invenzione della scrittura nell’Elam fu senza dubbio contemporanea con la sua introduzione tra i Sumeri. La prima scrittura elamitica era costituita da simboli e pittogrammi. Tuttavia, essa si perfezionò velocemente e così emerse la scrittura sumerica, completamente indipendente dalla prima. Con la comparsa di questa scrittura, la civiltà elamitica giunse a compimento; in essa, le persone venivano disegnate per intero. L’armonia nella varietà delle rappresentazioni, caratteristica importante delle precedenti epoche sia nell’Elam che in Mesopotamia, andò scomparendo. Sembra che importanti cambiamenti siano occorsi anche nelle istituzioni amministrative e governative, mentre lo stile di vita divenne ibrido: la gente comune viveva, per così dire, al modo mesopotamico, mentre la classe dirigente, cioè la classe colta, viveva secondo una cultura puramente elamitica. Questi cambiamenti nell’ordine sociale portarono con sé un’arte peculiare, degna di nota come quella che la precedé. Queste le principali novità: gli artisti cominciarono a trascurare l’espressione delle proprie emozioni, preoccupandosi maggiormente degli aspetti tecnici della realizzazione. Da un altro lato, insieme alla produzione di timbri e sigilli – che furono il più importante supporto per la creazione artistica delle ere passate – emerse anche l’antica arte ritrattistica. L’arte e la tecnica metallurgica vennero perfezionate, e la pittura decorativa su ceramica incontrò un nuovo stile assai differente rispetto agli stili precedenti. Allo stesso tempo, le peculiarità del periodo antico vennero resuscitate a nuovo splendore. Le rappresentazioni erano di un tipo sconosciuto all’incisione e al disegno a rilievo dei primi timbri, nei quali gli animali imitavano gli uomini; qui, invece, le attività umane sostituiscono le scene zoologiche. L’epica nazionale è accantonata e i temi sono soprattutto temi satirici o ilari ereditati dal passato. Probabilmente, un certo numero di questi temi è legato a nuovi miti; gli Elamiti, infatti, cessarono di rappresentare i propri dèi in forma umana, cercando di trasfigurare le forze soprannaturali in divinità sovraumane.

La tipologia di soggetti rappresentati in quest’epoca è costituita soprattutto da esseri viventi dal corpo enorme che indicavano l’equilibrio del cosmo e il mantenimento del suo ordine e della sua stabilità. Gli scultori utilizzavano marmo o pietra calcarea, o addirittura arenaria, e un buon numero di piccoli vasi che sono arrivati fino a noi hanno forme animali – un tratto peculiare del gusto e dell’estetica elamitica. Sono inoltre stati rinvenuti delle statuette a forma di persone oranti che portano vasi, o di scimmie che fanno la stessa cosa, o ancora di altri animali; le statuette hanno forme geometriche semplici e ricordano in qualche modo la scultura cubista del ventesimo secolo.

I disegni dei sigilli cilindrici rappresentano demoni e creature mitologiche fuori dal comune, sconosciute all’arte dei periodi precedenti. Per esempio, una leonessa che impedisce il crollo di una montagna, la montagna che proprio nell’arte elamitica è simbolo della stabilità del mondo; cammelli con le zampe di metallo prezioso, molto somiglianti alla leonessa. Molte statue, nelle quali l’influenza dei primi periodi urbani è ancora evidente, sono state trovate nel centro amministrativo della città o nella cittadella del governo. Non ci sono molte informazioni sull’architettura di questo periodo, poiché non è rimasto in piedi alcun tempio, le maggiori espressioni dell’architettura del tempo.

La vera storia dell’Elam di questo periodo rimane in realtà ancora oscura, in quanto non si è riusciti ancora a decifrare la scrittura utilizzata. Gli unici segni che siamo in grado di leggere sono quelli relative ai calcoli, i quali ci permettono di intuire una complessa e vasta attività economica. È tuttavia assodato che in questa epoca, l’Elam costituiva una civiltà evoluta e paragonabile a quella sumerica, che ebbe uno sviluppo straordinario. Non fosse stato così, l’Elam sarebbe stato annientato dai Sumeri.

Intorno al 3.000 a. C., nell’Elam si copiavano le ceramiche decorate delle altre regioni dell’Iran. In seguito, però, emerse nella ceramica decorata uno stile nuovo che divenne proprio delle ceramiche elamitiche, e che conobbe una grande diffusione, arrivando fino alla metà del terzo secolo. Si può denominare questo stile come “elamitico-sumerico”, poiché venivano utilizzati numerosi colori, proprio come accadeva nella ceramica coeva della Mesopotamia. I grandi manufatti ceramici, come otri e anfore, erano quelli maggiormente decorati; le loro superfici erano suddivise in aree delimitate, ciascuna delle quali incorniciava una rappresentazione. Il significato delle forme inusuali ed esagerate che riempiono questi spazi ci è ignoto. Per esempio, il carro trainato da un bue, con le ruote fiammeggianti, a fianco di un piedistallo a due piani. Vicino al piedistallo c’è un’aquila con le ali spiegate sopra altri due uccelli. L’aquila con le ali spiegate sopra il cielo può simbolizzare la forza superiore e la protezione dall’alto. È forse anche simbolo della madre che protegge i propri figli. Abbassare le ali su qualcuno fin dai tempi più antichi è segno di amore e umiltà, come dice anche il Corano:

“abbassa le tue ali su coloro i quali 

ti seguono tra i fedeli” (Corano 26:215)

È possibile che i disegni che decorano questa brocca siano espressione di credenze religiose nuove che si consolidarono presso gli Elamiti: coppie di divinità femminili e maschili, un “angelo delle specie” che si muove su di un carro, assistito da un servitore o un ministro in piedi, un sacerdote posto sopra un piedistallo o un trono, che accoglie l’angelo della specie di fronte al tempio. Nei disegni a destra, questa cerimonia è in svolgimento e dopo l’ingresso dell’angelo nel tempio due personaggi posti l’uno di fronte all’altro danno il benvenuto agli ospiti di questo sacro banchetto, avvicinandosi a loro.

Questa scena presenta un culto molto diffuso all’epoca in Mesopotamia. È assodata l’origine sumerica degli elementi del disegno, mentre è elamitico il disegno stesso e lo stile, perché il carro era un’invenzione degli abitanti dell’Iran occidentale, da dove si diffuse successivamente in Mesopotamia. La gran quantità di queste suppellettili dipinte, risalenti alla prima metà del terzo millennio, è stata rinvenuta – insieme a molti manufatti e utensili preziosi sepolti accanto ai defunti – in tombe e cavità sotterranee. Inoltre sono stati rinvenuti recipienti con decorazioni monocrome e meno abbondanti – non prive di somiglianze con oggetti emersi nell’Iran centrale, a Kerman e in Baluchistan – con disegni ispirati al mondo animale.
 

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