Musica dell’Iran

MUSICA PERSIANA

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Il materiale della presente sezione è tratto dal catalogo della mostra sugli strumenti musicali dell’Iran, ideatore e curatore architetto Antonio Bianchini,  tenutasi a Roma presso il Museo Nazionale degli strumenti musicali nel periodo dal 5 al 20 Aprile del 2008 in collaborazione tra il suddetto museo e quello della Musica a Tehran.

 

Introduzione

Antonio Bianchini

L’Iran nell’accezione più vasta di altipiano iranico, occupa un’area geografica baricentrica tra Europa, Africa, Cina e India e come tale costituisce una cerniera in grado di congiungere oriente ed occidente. In questo cardine si è formata una forte identità territoriale testimoniata fin dai primordi della civiltà da proprie tradizioni culturali e artistiche di grande raffinatezza e sensibilità come quelle Achemenidi, Sasanidi e Safavidi.
Come testimoniano i reperti archeologici della città di Susa i bronzi antichissimi del Lorestan, i rilievi rupestri del sito sasanide di Taq-e Bostan fino ai più recenti dipinti del periodo Qajar, viene elaborato un prodotto culturale autonomo, frutto anche degli influssi delle civiltà vicine, che sotto la spinta musulmana viene esportato poi in occidente dove si innesta nelle discipline scientifiche e nelle esperienze artistiche cosi come nella teoria musicale.
Proprio del periodo Safavide sono alcune delle rappresentazioni più belle nelle miniature sfavillanti di segni e colori che rappresentano scene di corte: qui a testimonianza dell’importanza della musica, si vedono in posizione centrale, tra dignitari, re e fanciulle eleganti, ensemble di musicisti adagiati spesso su uno splendido tappeto, paradigma per eccellenza della raffinata sensibilità di questo popolo.
Come la poesia, la musica costituisce un tratto distintivo della cultura persiana, simbolo di una civiltà che si è estesa per secoli su vasti territori e la cui influenza ha oltrepassato i confini territoriali degli imperi che sotto di essa sono fioriti.
Anche attraverso la storia degli strumenti musicali propri di questi territori è possibile ricostruire i legami ed i contatti che le civiltà hanno stabilito tra di loro; l’abilità degli artigiani negli intarsi preziosi e nelle decorazioni, dei grandi maestri costruttori di strumenti, coniuga in un insieme indissolubile, teorie musicali, pensiero filosofico e tecniche costruttive provenienti da ambiti geografici e culturali diversi, modificando, affinando e rielaborando influenze che testimoniano scambi tra culture, conoscenze reciproche ed evoluzioni individuali.
La compresenza di popolazioni di diversa etnia e religione, non trascurabile la presenza di comunità cristiane, ebree, zoroastriane, nestoriane, manichee e buddhiste, radicate nel territorio da più di un millennio ognuna con le proprie tradizioni culturali, ha contribuito sotto gli influssi reciproci a formare un panorama musicale complesso e affascinante che forse può essere riassunto nella tradizione della “musica d’arte” persiana che vanta grandissimi interpreti ed esecutori patrimonio dell’umanità.



Storia e tradizioni musicali dell’Iran

Antonio Di Tommaso

Musica nell’antica Persia

Numerosi sono i ritrovamenti archeologici che ci informano sui contesti e gli strumenti della pratica musicale nell’antica Persia e della musica persiana, e che forniscono una conferma concreta alle testimonianze letterarie pervenute a noi attraverso gli scritti di autori greci quali Erodoto, Ateneo e Senofonte, e da certi autori musulmani vissuti in epoca medievale, come il poeta persiano Firdousi, i quali attinsero le loro conoscenze sulla musica antica persiana da fonti di tradizione orale.

La Persia, La Musica e la Civiltà Islamica

La storia della musica persiana nella civiltà islamica fu caratterizzata dalla presenza di una musica urbana di corte la quale pare abbia mantenuto, in un periodo che va dal VIII al XVI secolo, una certa omogeneità del linguaggio, tale da permetterci di parlare di un’unica musica classica, patrocinata di volta in volta dalle corti degli Abbasidi, dei Jalairidi, dei Timuridi, degli Ottomani e dei Safavidi.

La teoria musicale

Il califfo abbaside al Màmun fondò a Baghdad nell’832 la Bayt al-hikma; o Casa della sapienza, ovvero un laboratorio di traduttori arabi che per generazioni si occuparono di adattare in lingua araba testi in greco e aramaico, perpetuando l’opera di traduzione del sapere greco già intrapresa nei secoli precedenti all’Egira (622) da parte di Siriaci e Nestoriani.

Musica Classica persiana Il periodo Safavide

Lavvento del regno Safavide segnò un nuovo periodo di splendore per la vita musicale di corte nelle città dell’Iran. Già con Shah Esrnà’il I (1502-1524) la città di Tabriz divenne un ricco centro musicale: questo sovrano tenne in alta considerazione la musica degli ashìq, ovvero dei bardi azeri, e si dilettava egli stesso nella scrittura di versi sull’amore mistico e sulla sci’a, e nel suonare il liuto a manico lungo SÀZ o QOPÙZ. Fu in questo periodo anche che la pratica musicale persiana influenzò decisamente la più giovane musica delle corti turco-ottomane, le quali ospitavano nei secoli XVI e XVII numerosi musicisti e cantanti persiani.

Musica Classica persiana Il periodo Qajar

Con l’invasione afghana e lacaduta dei safavidi nel 1722, la ricca tradizione musicale di Isfahan pare disperdersi, con lo spostamento di molti maestri verso le corti della Turchia, dell’Asia centrale e del Kashmir. Durante i brevi regni delle dinastie Afsharide e Zand (dal 1737 al 1794) la musica classica persiana scompare decisamente dalla scena storica, per riapparire nel XIX secolo alla corte dei Qajar. È in questa fase di transizione fra i regni Safavide e Qajar che avviene una netta separazione fra le tre grandi tradizioni musicali turco-ottomana, irachena e persiana: dal XVIII secolo in poi esse si svilupperanno autonomamente.

Musica Classica persiana Il radif

Pur essendo un insieme di unità musicali o gushe-ha (plur. di gushe, che vuol dire “angolo”) dotate ognuna di un titolo, il radif si rivela essere un’entità decisamente più complessa di un semplice repertorio-modello, o di un semplice sistema modale. La sua funzione è non solo quella di permettere la conservazione e l’apprendimento di un corpus di composizioni e di fornire dei modelli e delle basi comuni per l’esecuzione (la quale è caratterizzata da un alto grado d’estemporaneità);

La performance e l’insegnamento musicale

L’esecuzione della musica classica persiana è, tradizionalmente, riservata ad ambienti privati occupati rigorosamente da un pubblico di intenditori molto ristretto: nelle case, nei giardini, un tempo nelle corti di sovrani e principi amatori della musica. Gli esecutori sono di solito un cantante accompagnato da uno, due o tre strumenti dal timbro decisamente poco voluminoso; ci si siede per terra, in un ambiente decorato da tappeti vistosi ed il contatto fra musicisti ed uditori è praticamente colloquiale.

Il principio e il senso dell’ornamentazione melodica nella musica persiana

Come nella maggior parte delle tradizioni musicali appartenenti alle culture dell’Oriente, la musica classica persiana è omofonica. Nonostante ciò essa presenta un alto grado di sofisticatezza, che non è dato tanto dalla lunghezza e dalla varietà delle linee melodiche e dalla complessità dei cicli ritmici, come è per altre ricche tradizioni classiche orientali, ma dal principio dell’ornamentazione, il cui senso è racchiuso nella semplicissima massima “tradizionale” riferita da Dariouche Safvate: «non è importante ciò che si suona, ma come lo si suona».

Le tradizioni della poesia cantata

La tradizione musicale dell’Iran, nei contesti urbani come in quelli rurali, è legata indissolubilmente alla poesia. Alcune fonti letterarie medievali (Qutb al-Dìn Shirazi; Nezami) ci mostrano l’importanza che la poesia cantata rivestiva già nell’epoca sassanide: 360 erano le “arie” denominate dastan composte da Barbad, una per ogni giorno dell’anno zoroastriano.


Strumenti Musicali Persiani

Lo strumento musicale è un oggetto che registra fedelmente e riflette l’evoluzione della civiltà di un territorio. Descrivere in poche righe un argomento così vasto e complesso in quanto coinvolge una moltitudine di aspetti, impone di individuare quali sono quelli che permettono di ricostruire le tracce più evidenti in un percorso fatto di tempi e luoghi. Come i segni lasciati dall’esecutore e dal tempo sul corpo di uno strumento permettono di ricostruirne la storia così sul corpo di questo strumento della musica persiana che è il territorio dell’Iran, gli strumenti sono i segni di una civiltà antichissima in grado di espandere nei territori limitrofi i suoi caratteri originali in virtù di una dominazione culturale poetica e raffinata.

A rendere complesso l’argomento della musica persiana, è la presenza, nell’attuale Repubblica Islamica dell’Iran, di una grande varietà di etnie e regioni con caratteristiche proprie molto accentuate: il persiano lingua ufficiale, è parlata da poco più della metà della popolazione e le altre lingue caratterizzano forti identità culturali come quelle dell’Azerbaijan, Baluchistan, l’Altopiano Turkmeno (iraniano), il Kurdistan (iraniano), le regioni del Golfo Persico, tutte regioni le cui etnie oltrepassano i confini territoriali rendendo più incerta l’appartenenza nazionale. …

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