Āyineh duzi (il ricamo dello specchio)
L’Āyineh duzi – noto coi nomi di Gāj, Kārmuch, Miti e Baluch – è considerato tra i migliori esempi di artigianato della zona sopra menzionata.
Luogo d’origine di tale arte è la città di Zābol. Altrove è meno reperibile. All’Āyineh duzi ci si riferisce, nel dialetto locale del Baluchestān, col termine di “Irān sāmān”. La disciplina gode di grande seguito tra i nativi ed è principal-mente utilizzata come ornamento per i cavalli delle novelle spose, per le stan-ze e per le case, oltre che per la decorazione dei vestiti.
Per Āyineh duzi non si intende unicamente il ricamo di frammenti di specchio su tessuti: si intende anche l’utilizzo di materiali di altra natura, variopinti e ri-lucenti, come scaglie e altri.
Le artiste del Sistān, insieme all’Āyineh duzi, si servono anche del kharmohreh, di corde intrecciate, di bottoni e di perline di vetro di varie dimensioni.
L’Āyineh duzi è impiegato sui vestiti locali, su panciotti, su cinture, sulla parte bassa dei letti, sugli orli alti delle pareti del salotto (a forma di nastro rettango-lare, lungo ed aderente al muro). Lo si trova, oltretutto, nelle tende dei noma-di e, talvolta, come ornamento per animali come cammelli.
All’inizio, si pone lo specchio sul tessuto e sul disegno prestabilito e, succes-sivamente, lo si ricopre con un’abbondante cucitura operata da lati diversi. A questo punto, partendo dal centro dello specchio e servendosi di filato, si opera una cucitura dentellata sul tessuto.
Le città di Irānshahr, Espakeh, Chānf, Dashtiyāri e i distretti di Zāhedān e Khāsh sono i principali centri di lavorazione di questo prodotto.