Mohammad Taqi Bahar
Mohammad Taqi Bahar, nato il 9 Dicembre 1886 a Mashhad, noto come “Malek o-Sho’arā” (Lett: “Il re dei poeti”) e con lo pseudonimo di “Bahar”, è stato un poeta iraniano, letterato, scrittore, giornalista, storico e politico contemporaneo.
Mohammad Taqi dall’età di quattro anni iniziò gli studi nella maktab-khāneh (scuola tradizionale), a sei leggeva bene il persiano e il Corano e dai sette anni apprese lo Shāhnāmeh grazie all’aiuto paterno e a questa età compose la sua prima poesia nella metrica dello Shāhnāmeh ottenendo un premio da suo padre.
Egli oltre alla scuola, apprendeva anche nei circoli del genitore. Bahar dall’età di 14 anni tramite il padre frequentò i gruppi dei liberali venendo in contatto con un pensiero nuovo e a causa di questa frequentazione assidua, si appassionò al costituzionalismo e all’ideale di libertà.
Gli sforzi paterni per non farlo diventare poeta furono inutili. Dopo la morte del padre la responsabilità della guida della famiglia ricadde su di lui ma egli proseguì gli studi letterari ottenendo il titolo di suo padre, “Malek-o –Sho’arā’Astān-e Qods” da Mozaffar Al-Din Shah.
A vent’anni si unì al gruppo di costituzionalisti del Khorāsān e la sua prima opera letteraria-politica fu pubblicata nel giornale “Khorāsān” priva di firma; ad essa seguirono altri scritti di carattere politico-critico in opposizione al regime dell’epoca.
Successivamente Bahār pubblicò il giornale “Nou-Bahar” (Nuova Primavera) che dopo un periodo, a causa dell’opposizione alla presenza del potere della Russia in Iran, venne chiuso per volere del console russo.
Bahār subito fondò il giornale “Tazeh Bahar” (Fresca Primavera) ed anche questo chiuse i battenti per volere del ministro degli esteri dell’epoca ed egli venne arrestato ed esiliato a Tehran.
Bahār, che era diventato membro dell’Assemblea del Consiglio nazionale, dopo un anno pubblicò a Tehran la terza edizione del “Nou-Bahar”, fondò l’associazione letteraria accademica e anche la relativa rivista.
Il giornale venne chiuso e riaperto molte volte. Il colpo di stato del 1921 in Iran lo costrinse a casa per tre mesi e in questo stesso periodo compose una delle sue odi (qaside) più memorabili.
Dopo che i prigionieri del regime del colpo di Stato furono rilasciati, Bahār venne eletto nuovamente membro del Parlamento. Con il consolidarsi del regime di Reza Shah non vi era più il terreno favorevole per l’attività politica di Bahār ed egli, consapevolmente, si ritirò dalla politica per dedicarsi all’attività scientifica e all’insegnamento.
In seguito finì in prigione per qualche mese con l’accusa di opposizione segreta a Reza Shah, per un anno venne esiliato ad Esfahan e poi, con l’intermediazione di Mohammad Ali Forughi, per aver partecipato alle feste dei mille anni di Ferdousi, venne richiamato a Tehrān.
Da quel momento in poi il periodo più prolifico dell’attività scientifica di Bahār si espresse più ampiamente, in particolare nelle acquisizioni letterarie e scientifiche, nella correzione dei testi, nella traduzione di opere dal pahlavi al persiano, nella pubblicazione della metodologia e nella stesura della biografia di Ferdousi basata sullo Shāhnāmeh.
In quel periodo ottenne l’incarico di professore di letteratura persiana. Con la caduta di Reza Shah, Bahār si dedicò nuovamente all’attività politica dando alle stampe ancora una volta il giornale “Nou-Bahar”.
In seguito divenne per qualche mese ministro della cultura, si dimise e due anni dopo entrò in Parlamento come membro dello stesso. Egli, dopo aver trascorso un periodo di malattia, tornò nuovamente ad insegnare all’Università.
In quegli anni diventò membro fondatore e capo dell’ Associazione iraniana degli aspiranti alla pace. Le opere di Mohammad Taqi Bahār, divise in due settori, libri e correzioni sono le seguenti:
(Libri): “Ahvāl-e Ferdousi” (Biografia di Ferdousi) “Tārikh-e tatawwor-e she’r-e fārsi”(sulla poesia persiana), “Tārikh-e mokhtasar-e ahzāb-e siāsi” (Storia concisa dei partiti politici), “Chahar Khatābe” (Quattro discorsi), “Dastur-e panj astād” (Ordine di cinque professori), “Diwān-e she’er” (Canzoniere di poesie), “Zendegāni-e Māni” (Vita di Mani), “Sabk-shenāsi” (Metodologia), “She’r dar Irān” (La poesia in Iran), “Qabr-e Imām Rezā”(Il sepolcro dell’Imam Rezā) (A), “Ferdousi nāmeh”, “Ayadgār-i zarirān” (correzione) “Tārikh-e Bal’ami” (Storia di Bal’ami), “Tarikh-e Sistān” (Storia del Sistān), “Resāle nafs” (Trattato sull’anima), “Shāhnāme-ye Ferdousi” (Il libro dei re di Ferdousi”)e “Mojmal al-tawārik wa’l –qesās, (Storie concise e favole), parte del Jawāme al-hekāyāt wa lawāme al rewāyāt di Awfi.
Bahār si spense nella sua casa a Tehrān il 24 Aprile 1951 e fu seppellito nel cimitero di Zahir-od-dowleh nel quartiere Shemirān a Tehrān.
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