Italia restituisce all’Iran 13 reperti trafugati illegalmente
Le autorità italiane hanno restituito ufficialmente all’Iran 13 preziosi reperti archeologici che erano stati illegalmente esportati dal paese mediorientale. La cerimonia di consegna si è svolta presso l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran a Roma, frutto della collaborazione tra la diplomazia iraniana e la Polizia del Patrimonio Culturale italiana.
Cooperazione internazionale contro il traffico illecito
L’operazione di restituzione è stata resa possibile grazie agli sforzi congiunti dell’Ambasciata iraniana a Roma, del team legale del Ministero del Patrimonio Culturale e del Turismo dell’Iran e delle forze dell’ordine italiane specializzate nella tutela dei beni culturali.
Alla cerimonia hanno partecipato Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia, e Giorgio Zerntonello, comandante dell’unità dei Carabinieri specializzata nella protezione del patrimonio culturale.
“Simbolo di cooperazione culturale”
“Il ritorno di questi oggetti è un chiaro segno della cooperazione culturale tra Iran e Italia”, ha dichiarato l’ambasciatore Sabouri durante la cerimonia. “Questo tipo di scambi aiuta a restituire ai paesi i frammenti perduti della loro memoria storica e culturale.”
L’ambasciatore ha inoltre sottolineato come Iran e Italia siano tra le maggiori vittime del commercio illegale di beni storici e culturali a livello mondiale, esprimendo la speranza che i due paesi possano intensificare la collaborazione per proteggere il patrimonio culturale e storico.
I reperti restituiti: un viaggio attraverso i millenni
I 13 manufatti restituiti rappresentano un’ampia gamma di periodi storici iraniani:
Dodici oggetti ceramici includono bottiglie, ciotole, brocche e piatti decorativi appartenenti a diverse epoche:
- Periodo Qajar (XIX secolo)
- Nishapur (X secolo)
- Tabaristan (X-XI secolo)
- Zarrin-Fam (VII secolo)
- Kashan (XII-XIII secolo)
- Kashan/Gorgan (XII-XIII secolo)
- Ceramiche smaltate di Rey (XIII secolo)
Il reperto più antico è una grande giara di ceramica nera con beccuccio “appuntito” risalente al II-I millennio a.C. (Età del Ferro), proveniente dalla regione del Lorestan (zone del Pish-Koh e Posht-Koh).
Operazione investigativa pluriennale
La giara del Lorestan è stata sequestrata nella provincia di Trento insieme a numerosi altri beni culturali di origine straniera, durante un’indagine avviata nel 2022 sotto la supervisione della Procura provinciale. Le investigazioni hanno confermato che l’oggetto era il risultato di scavi illegali in Iran e della successiva esportazione non autorizzata in Italia.
Secondo gli esperti, questa giara presenta caratteristiche simili a esemplari attualmente conservati nel British Museum di Londra, evidenziando l’importanza storica e culturale del reperto.
Un precedente importante
La restituzione rappresenta un importante precedente nella lotta al traffico illecito di beni culturali e dimostra l’efficacia della cooperazione internazionale nella tutela del patrimonio archeologico. I manufatti sono stati formalmente trasferiti alla rappresentanza iraniana dopo aver completato tutti i procedimenti legali previsti dagli accordi bilaterali in materia culturale tra i due paesi.