La festa dei 63 anni

Tra il popolo turkmeno nella regione del Golestān vige l’usanza che ogni uomo o donna che compie 63 anni organizza una festa in onore della commemorazione dei 63 anni di vita del Profeta Mohammad (S). Questa viene chiamata in lingua turkmena “Āq Quvin” (agnello bianco) oppure “Āq Ash” (zuppa bianca). Il motivo dell’attribuzione di questo nome è che in passato si sgozzava un agnello bianco, si offriva in beneficenza e si cucinavano cibi di colore bianco.
A seconda della situazione economica della persona che organizza la festa, l’accoglienza può essere più o meno varia. In ogni caso occorre almeno offrire agli invitati un po’ di cibo come āb gusht e se l’organizzatore della festa ha possibilità economiche dovrebbe sgozzare uno o due agnelli e una pecora bianca o una capra e dividerla con la famiglia.
Talvolta è possibile che si organizzi il guresh (rito di lotta tradizionale) e anche una gara a cavallo. Nel rito della lotta partecipano anche gli abitanti dei villaggi remoti. Ai vincitori di queste gare da parte dell’organizzatore della festa o da parte dei suoi parenti vicini, viene dato in premio del denaro in contanti o una stoffa e una camicia.
In questa usanza una persona di 63 anni invita gli anziani, i mullah, i seminaristi, i familiari vicini e lontani, i vicini e gli abitanti del posto. Dopo la festa al mullah locale viene fatta indossare il “don,” una camicia con la gonna lunga che arriva fin sotto le ginocchia ed è un simbolo dell’abito del santo Profeta (S). Se la persona è una donna sulla sua testa viene messo un velo bianco.
Questa usanza è stata inserita nell’elenco delle opere nazionali e immateriali dell’Iran.

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