Usanze e credenze legate alla figura dell’ospite e dell’ospitalità

Usanze e credenze legate alla figura dell’ospite e dell’ospitalità nella cultura popolare

L’oapitalità era ed è una delle caratteristiche che contraddistingue gli iraniani. Essi hanno nella loro cultura molti usi legati all’ospite e a come accoglierlo. Questa usanza ha una lunga tradizione. L’esistenza di parole come “mehmânkhâne” (lett. casa dell’ospite”) e “mehmânsarâ” si fondano sul fatto che nella cultura iraniana l’ospite riveste un ruolo particolare. In ogni casa spesso c’è una stanza appositamente riservata agli ospiti nota appunto come “mehmânkhâne”.
In alcune famiglie si usa addirittura conservare alcune stoviglie, letti e altri oggetti solo ad uso dell’ospite. Nelle formule di cortesia degli iraniani esiste una frase celebre che parla dell’ospitalità: “abbiamo una casa modesta ma la mettiamo a vostra disposizione.” Questa formula allude al fatto che chi la pronuncia invita l’interlocutore a casa propria.
Tipologie di ospiti nella cultura popolare
Nella cultura popolare iraniana ci sono svariate tipologie di ospite, per esempio in passato la gente di Damavand aveva attribuito un nome ad ogni tipologia di ospite: quello gradito e non gradito, quello informale, quello straniero, quello di città, quello di campagna, l’ospite confidenziale e estraneo, l’ospite che faceva parte del gruppo dei saggi e dei famosi ed era motivo di orgoglio per il padrone di casa, l’ospite disonorevole (persona infame che era motivo di infamia per chi lo ospitava), l’ospite fortunato, (portatore di prosperità alla casa e alla vita dell’ospitante e che insegnava le cose che sapeva ai figli e ai membri della famiglia di chi lo ospitava), l’ospite guastafeste (colui che pretende molto e si aspetta altrettanto dal suo ospitante), l’ospite confidente e intimo (in caso di donna diventa confidente della donna che lo ospita, in caso contrario dell’uomo e l’ospitante non si stancava mai di lui o lei), l’ospite istigatore, l’ospite cantastorie (colui che frequentava le case raccontando storie di eroi leggendari come Hossein il curdo, Rostam-Nameh, Amir Arsalan ecc consumando cibi deliziosi), l’ospite inatteso (che andava a casa di qualcuno senza avvisare), l’ospite critico e l’ospite prolisso (colui che fa perdere la testa all’ospitante da quanto parla). Un altro tipo di ospitalità consisteva nella condivisione, ovvero nel predisporre il necessario per cucinare e collaborare nell’offrire il cibo; poi c’era l’ospite casuale, per esempio se qualcuno passando per strada incontrava un amico o parente, lo portava a casa propria e in questi casi l’ospite acquistava delle cose per strada e talvolta il padrone di casa glielo impediva. L’ospite viaggiatore, colui che torna da un viaggio e può essere di due tipi: il primo fa parte dei membri della famiglia o per esempio è il figlio che è andato a fare il militare o che si è spostato in un’altra città per lavoro e torna per rivedere la famiglia e i parenti. Il secondo è colui che, dopo qualche anno di assenza, torna per rivedere amici e parenti. In alcuni casi, quando qualcuno viene invitato in un posto e il padrone di casa avverte amici e conoscenti vicini che quella sera ha un ospite, li invita a passare la serata tutti insieme o talvolta i suoi amici e conoscenti capiscono chi è l’ospite e vanno loro stessi a casa sua.
Le formule di accoglienza dell’ospite si differenziano in base alla personalità e alla credibilità dell’ospite e anche alle possibilità dell’ospitante. Servire il tè per accogliere un ospite è parte imprescindibile dei ricevimenti in Iran. Gli usi e i costumi legati all’ospite e all’ospitalità nelle diverse regioni dell’Iran presentano caratteristiche particolari.
Formalità nei ricevimenti
Di solito il padrone di casa non appena vede l’ospite dice: “il vento è arrivato, ha portato fiori, com’è che vi siete ricordati di noi? benvenuto, la vostra visita è particolarmente gradita ai nostri occhi, ci avete portato gioia, come è che vi siete ricordati di noi poveri? Che bello! siete venuti, ci avete portato allegria, non capitate mai da queste parti, grazie a Dio per averci fatto visita. Ve la passate bene? Tutto a posto? Siete in salute? La vostra visita ci ha illuminato gli occhi. L’ospite solitamente, in risposta a queste parole, dice rivolgendosi al padrone di casa: “non vorresti un ospite? noi vi arrechiamo sempre disturbo. In alcune zone, tranne che nelle grandi città, il proprietario, non appena l’ospite varca la soglia di casa, brucia dell’incenso affinchè la benedizione si sparga nella casa. Nell’accompagnare l’ospite di solito si scambiano queste parole:
Ospite: “E’ giunto per noi il momento di togliere il disturbo, la vostra disponibilità è grande”.
Ospitante: “La vostra è maggiore, oggi non avete passato una bella giornata”.
Ospite: “Siete autorevoli, ci avete messo in imbarazzo.
Ospitante: “Il vostro nemico si deve imbarazzare, venite di nuovo da queste parti. Questa casa è vostra, questa volta non conta, dovete venire ancora a trovarci.”
Poi il padrone di casa accompagna l’ospite fino alla porta e persino qualche passo fuori di casa e se l’ospite è venuto con un mezzo proprio egli aspetta fuori finchè l’ospite sale in macchina e si allontana. Tra parenti stretti in alcuni casi nell’accompagnare l’ospite, gli viene offerto del cibo affinchè lo porti con sè. Dopo aver consumato il pasto, l’ospite prega per la salute dei membri della famiglia dell’ospitante affinchè le loro ricchezze aumentino e pronuncia frasi del tipo: “Che possiate festeggiare in occasione del pellegrinaggio o in occasione del matrimonio dei vostri cari. Che Dio non faccia mancare il pane dalla vostra tavola, che la vostra tavola sia sempre imbandita, che abbiate sempre salute e che la porta della vostra casa sia sempre aperta”. Nella maggior parte delle zone dell’Iran l’ usanza è che quando il cibo viene consumato, finchè il padrone di casa non inizi a mangiare, l’ospite non tocca il cibo e il padrone deve essere l’ultimo a finire. Un’altra usanza legata ai ricevimenti e generalmente al momento in cui si consuma il cibo, è che se qualcuno entra all’improvviso e senza preavviso mentre viene servito il pasto, per scherzo gli viene detto: “tua suocera ti vuole bene”oppure “sei arrivato nel momento giusto”.
In generale gli iraniani credono che alcuni semplici eventi siano un segno dell’arrivo di un ospite nella propria casa, come ad esempio: se le forbici cadono dalle mani di un tessitore di tappeti; se nelle tazze da tè sono visibili dei residui arriveranno ospiti o saranno dati ricevimenti tanti quanti sono i residui; se per pura casualità le scarpe sono una sull’altra o le tazze da tè sono state messe in fila; se la ragazzina prende la scopa e comincia a spazzare il cortile di casa; se una donna mentre prepara l’impasto per il pane, un pezzo di impasto le cade per terra; se il figlio minore della famiglia entra in casa e saluta, se la cornacchia nei pressi della casa gracchia o ancora se un gatto impolverato entra in casa; se si muove involontariamente l’occhio destro di qualcuno; se nel bere il tè cade involontariamente dalla mano del padrone di casa una zolletta di zucchero, in tutti questi casi si può essere sicuri che presto giungerà un ospite.
Per concludere, il fatto che gli iraniani in ogni momento hanno atteso e attendono l’arrivo di un ospite e considerate le loro credenze al riguardo, conferma la loro ospitalità.

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