La Cultura non si abbatte con una bomba

La forza dell’antica Civiltà Persiana.

L’Iran ha una cultura fluida fatta di innesti grandiosi, millenari, di mutazioni e stratificazioni che si sono tramutate in grandi opere dell’ingegno e della creatività. “Dall’esercito romano ai mongoli e passando da altre religioni”, continua, questa cultura fluida ha dissolto, mescolato, nutrito, edificato. I siti archeologici, i monumenti, le moschee, i giardini lussureggianti, i grandiosi palazzi, i resti di antichi templi innalzati al Dio cristiano, ad Allah, a Zarathustra: tutto questo è oggi testimonianza di una cultura complessa e antica, che non svanirà, anche quando la storia sarà scandita da disgraziati crolli ed aggressioni.

L’Iran è stata una fra le tre o cinque culture più produttive, tra le prime civiltà. È la sua produttività che le ha impedito di cercare guerre nella storia. Perché il signore della guerra non ha nulla da perdere e la sua inesperienza lo rende irresistibile. Ma l’Iran ha sempre avuto molto da perdere e si è sempre preoccupato di proteggerlo. Questi pezzi di pietra e di mattoni portano con sé la nostra cultura, ma non sono la cultura stessa. Possono essere distrutti con cannoni e carri armati, ma non con la cultura stessa. Essere iraniani è nella nostra memoria collettiva, nella nostra lingua e letteratura, nel nostro modo di pensare, nella nostra visione e attitudine, nelle nostre forme di felicità e di lutto. L’Iran ha accumulato livelli reali e simbolici, per molti millenni. Quindi la sua morte richiede tempo, come la sua nascita ed evoluzione”.

 

Fonte: Artribune

 

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