Edizione Ponte 33 pubblica il libro di Sadeq Chubak, Pietra Paziente.
Edizione Ponte 33 per la prima volta pubblica la traduzione italiana dell’opera dell’autore iraniano Sadeq Chubak intitolato Pietra Paziente.
Shiraz, anni ’30. Gowhar, una ragazza costretta a mantenersi con i matrimoni temporanei, sparisce all’improvviso e il fatiscente caseggiato dove viveva insieme a un assortito gruppo di inquilini precipita nello scompiglio. Il suo figlioletto Kakolzari, abbandonato a se stesso, continua a giocare sul bordo della vasca in mezzo al cortile attirando i rimproveri di Belqis, una popolana esasperata dal marito oppiomane, e cerca rifugio tra le braccia di Ahmad Aqa, un giovane maestro elementare che sogna di diventare scrittore ed è innamorato di Gowhar. Anche Jahansoltan, una vecchia inferma e moribonda, ora non ha più nessuno che si occupi di lei e prega che qualcuno le porti almeno un goccio d’acqua e un tozzo di pane. La trama del romanzo si dipana attraverso la voce di questi personaggi, a cui se ne aggiunge una esterna alla casa, quella di Seif ol-Qalam, un commerciante indiano fanatico e misantropo. In una serie di soliloqui, ciascuno di loro affida i suoi pensieri più nascosti a un’ideale pietra paziente, una roccia magica che, nella mitologia persiana, è capace di assorbire tutte le sofferenze e i dolori di chi le parla finché non esplode.
Pubblicato in Iran nel 1966, Pietra paziente segna una tappa fondamentale del romanzo persiano con la sua struttura multiforme e polifonica che spinge al limite estremo le tecniche del flusso di coscienza e restituisce uno sfaccettato ritratto della condizione umana, in bilico tra gli abissi della solitudine e un istintivo, tenace attaccamento alla vita.
L’AUTORE
Sadeq Chubak (1916-1998) è stato uno dei più importanti innovatori della letteratura persiana del Novecento. Originario di Bushehr, studiò a Shiraz e a Tehran. Insegnante e interprete dall’inglese, fu impiegato presso diverse istituzioni governative, tra cui la National Iranian Oil Company. Cominciò a scrivere incoraggiato dall’amico e maestro Sadeq Hedayat e diede alle stampe la sua prima raccolta di racconti nel 1945, inaugurando una carriera letteraria culminata, vent’anni dopo, con la pubblicazione del romanzo Pietra paziente (1966). Alla fine degli anni ’70 si trasferì prima a Londra e poi a Berkeley, in California, dove trascorse il resto della sua vita. Si dice che, poco prima di morire, bruciò nel caminetto i suoi diari, in cui aveva raccontato nel dettaglio la vivace e turbolenta vita intellettuale in Iran tra il primo e il secondo periodo Pahlavi.
Traduzione a cura di Giacomo Longhi
Introduzione di Ali Dehbashi
In copertina illustrazione di Majid Kashani (Daftar Studio)
ISBN 978-88-96908-15-0
€ 16,00