Siraf
I resti dell’antica città di Sirāf si trovano nei pressi del porto Sirāf Kanuni nel distretto di Kangān (regione Bushehr). Quello che è rimasto di Sirāf sono delle cavità in pietra scavate nel pendio delle colline e pare che, dopo l’avvento dell’Islam, fossero utilizzate anche come sepolcri.
Nel cuore delle montagne sono rimasti anche i cumuli di pietra, i pozzi, i ciottolati e grotte simili a templi del fuoco. Un tempo il porto di Sirāf, con oltre trecentomila abitanti, era il porto internazionale più fiorente del paese e per via della tolleranza religiosa era il luogo dove confluivano i seguaci di varie religioni come gli zoroastriani, i cristiani, i manichei, gli ebrei, i buddisti e popoli come i bizantini, i greci e i cinesi; un porto che aveva stretti rapporti commerciali con Roma e la Grecia in Europa e con il Madagascar in Africa fino a Pechino in Asia nel periodo sasanide e islamico.
Le terracotte rinvenute con immagini varie, le stoffe e i gioielli, le architetture in gesso, le stanze decorate con opere d’arte e gli edifici a due, tre piani sono una parte del patrimonio rimasto di quella civiltà. Ma il terremoto mortale di sette giorni dell’anno 367 dell’Egira lunare portò all’interramento completo di questo porto.
Da quel giorno Sirāf è stata denominata la Pompei dell’Iran.