Castello junqan

Il castello di Junqān (comandante As’ad Bakhtiāri)

Questo castello fu costruito alla fine del secolo tredicesimo dell’Egira lunare nel tratto della strada Linch nella città di Junqān, un villaggio alla periferia di Fārsān, con l’intento di controllare la correttezza della stipulazione di contratti commerciali dei nobili Bakhtiāri e dei loro alleati inglesi.
L’importanza storica di questo castello deriva dal fatto che i Bakhtiāri durante la rivoluzione costituzionale, dopo essersi radunati qui ed essersi accordati, invasero Esfahān e Tehrān riuscendo a conquistarle.

Hossein Ghali Khān e Kalab Ali Khān Bakhtiāri costruirono questo castello. In seguito Ali Ghali Khān, comandante As’ad, nel diciannovesimo secolo lo riedificò nello stile architettonico francese. Questo castello fu il primo palazzo nella regione di Esfahān e di Chahār Mahāl dotato di motore elettrico e Ali Akbar Dekhodā iniziò qui a scrivere il suo famoso vocabolario.

Oltre a ciò anche molti rifugiati politici durante la prima guerra mondiale vi trovarono riparo. Esso ancora oggi viene utilizzato come sede del museo della rivoluzione costituzionale iraniana.
Il castello di Junqān è stato costruito su due piani in forma rettangolare con un’area di 1226 metri quadrati. I materiali impiegati sono interamente fango e terracotta con rivestimenti in mattoni.
Il castello ha dei giardini perimetrali, una piscina centrale, un sar-dar (arco di ingresso), un ingresso adiacente alla strada antica in pietra, la lavorazione a specchi, pitture murali e una biblioteca di cui sono rimaste solo rovine.

Di questo castello è rimasta solo la parte dello shāhneshin e anche la madrasa di Asa’d nel lato ovest. Il piano superiore nelle direzioni est, sud e nord ha degli iwān con colonne in pietra e una lavorazione a mattoni variegata.

L’ala ovest del castello è una parete semplice senza colonne e il soffitto delle stanze è stato coperto con assi in modo geometrico. Il piano inferiore si trova alla profondità di un metro rispetto al suolo del cortile e l’accesso ad esso è possibile da sotto le scale di questo piano.

Qui tutte le stanze sono dotate di un caminetto a muro con semplici stucchi. La facciata esterna del piano inferiore ha incisioni su pietra con disegni geometrici rettangolari e romboidali e il bordo delle finestre e anche dell’iwān è adornato con disegni islimi.

Sei coppie di colonne in pietra si trovano nell’iwān posto a nord, in quello a sud e in quello a est. Il capitello delle colonne è a forma floreale, il fusto è semplice e levigato e la parte inferiore è formata da pezzi tagliati attaccati alla colonna con un cornicione sporgente.

La base è di forma quadrata ed è decorata con disegni di fiori multipetali e di campanule. L’architrave dei caminetti delle stanze, del sotterraneo, del piano superiore e dei lati della porta di ingresso principale di questo piano, presentano lavorazioni in stucco.

Lo spazio superiore della porta di ingresso del corridoio principale è decorata con intarsi in legno e incisioni su metallo a forma di fiore e di cespuglio. Nell’area est del palazzo è situato un sar-dar elevato con il soffitto a mezzaluna visibile su due piani ai cui lati si trovano le stanze di vigilanza e di sorveglianza.

Il materiale impiegato è, come nelle altre parti del palazzo, la terracotta con la facciata in mattoni e intorno ad essa sono disposte delle pietre rettangolari dipinte dell’altezza di 60 centimetri.

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