Fortezza Dokhtar
La sua etimologia richiama l’attribuzione alla dea Anahita, dea delle acque sotterranee e dell’innocenza che nella cultura persiana veniva immaginata come una ragazza pura e casta.
Questa fortezza è stata edificata interamente con pietre spesse, quelle della facciata sono state levigate ma quelle della fondazione e dentro le mura sono costituite da grossi ciottoli di fiume.
La magnificenza dell’edificio è stupefacente e le sue alte mura nonostante i segni del tempo e lo sgretolamento ancora adesso hanno una solennità ammirevole.
Questa solida fortezza era stata costruita su tre livelli e il suo accesso avveniva tramite una scala a chiocciola. I piani di questo edificio all’interno erano collegati tra loro con una torre a gradini. Al primo piano era stata scavata la stanza delle guardie con torri di avvistamento su direzioni diverse con aperture particolari e possibilità di sparare dall’interno verso l’esterno, una riserva dell’acqua e due pozzi coperti nel cuore della montagna fino alla profondità del fiume; al secondo piano c’era un cortile con un grande salone, luogo di riposo delle guardie e dei difensori e zona speciale riservata agli ospiti.
Al terzo piano si trovava l’edificio del re con l’ufficio amministrativo e il salone con cupola. Sui corpi esterni di questa fortezza c’erano delle aperture rettangolari per la ricognizione delle guardie.
In una sezione della fortezza si vede l’entrata di una grotta che secondo alcuni abitanti del luogo aveva un accesso al palazzo di Artaserse Bābakān (palazzo sasanide) nella piana di Firuz Ābād.
Questa fortezza aveva anche una cisterna per l’ acqua in pietra nel cuore della montagna e accanto un piccolo hammam utilizzato come hammam regale. L’edificio è andato distrutto a causa dell’erosione e sono rimaste soltanto le mura e le stanze crollate nella sezione orientale. La fortezza Pesar o Kor si trova nella montagna di fronte alla fortezza Dokhtar e attualmente è distrutta.
