A Teheran le lumache fanno rumore

A Teheran le lumache fanno rumore

A Teheran le lumache fanno rumore segna l’esordio letterario della “romanziera e poetessa” Zahra ̓Abdi. È un esordio con lode, il tratto di una penna attenta, convincente, soave, talentuosissima. L’amore, il senso di colpa, la sofferenza per il passato e la paura del futuro, il bisogno di affrancarsi dal dolore e la coesistenza di un vivere in bilico tra illusione e realtà calibrano l’essenza di Shirin, di sua madre e di Afsun, consentendo loro di dare corpo a una storia che sa di nuvole nere di tempesta bramose di sfiorare l’arcobaleno della quiete, che mangia il cuore, che riempie e sazia, che emoziona. In una Tehran contemporanea in cui convivono il moderno e la tradizione, sospese tra passato e presente in uno spazio dov’è costante il ricordo del conflitto Iraq – Iran scoppiato negli anni Ottanta, queste tre donne incantano per lo spessore del loro animo martoriato, per la credibile imperfezione della loro personalità, per il pathos che guida le loro azioni quando virano lontano dal buon senso, per il loro parlare leggiadro come un battito d’ali e potente come lo sparo di un cannone. A Tehran le lumache fanno rumore, e cullano l’attenzione di coloro che si fermano ad ascoltarle in religioso silenzio.

 

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