Mostra fotografica Shahr I- SOKHTA Quando il mito diventa storia

Mostra fotografica Shahr I- SOKHTA Quando il mito diventa storia

Mostra fotografica Shahr I- SOKHTA Quando il mito diventa storia.

‘Conosco una città che ogni giorno s’empie di sol e tutto è rapito in quel momento’ (Giuseppe Ungaretti)
Shahr-i Sokhta, che sorge nella provincia di Zahedan, tra l’inospitale deserto del Lut e le alture del Baluchistan, rappresenta uno dei centri più ambiti per l’indagine archeologica, sia per essere perfettamente conservato a causa di concrezioni saline presenti su tutta la superficie che hanno sigillato reperti e strutture del sottosuolo, sia per essere spesso associato, dalla letteratura archeologica, alla mitologica Aratta che, localizzata dai testi mesopotamici “dove sorge il sole”, rivaleggiò con i sovrani della I Dinastia di Uruk (tra cui si ricorda Gilgamesh), padroni del Sumer e depositari della regalità dopo il Diluvio. Gli straordinari rinvenimenti negli ultimi anni hanno confermato l’eccezionalità di Shahr-i Sokhta che, sebbene depositaria di un percorso autonomo di crescita, sorge a cavallo tra le quattro grandi civiltà fluviali (Indo, Tigri-Eufrate, Oxus e Halil) e letterarie del Medio Oriente, Asia Centrale e Asia Meridionale: quella sumerica, i cui legami letterari, confluiscono nella mitologia, quella di Jiroft, culla di una nuova e dimenticata civiltà fino al 2003, quella dell’Oxus con lo straordinario sito di Djarkutan e quella dei grandi centri di Harappa e Mohenjo-daro, con cui Shahr-i Sokhta intrattenne rapporti a vario livello. La floridità del maggiore centro del Sistan, con la fine del III millennio a.C., dovette scomparire, progressivamente e improvvisamente, per cause, perlopiù sconosciute e misteriose, che coinvolsero i maggiori centri di tutto l’Iran orientale, dell’Asia Meridionale e di quella Centrale. Le nuove ricerche a Shahr-i Sokhta permettono di presentare il centro del Sistan come un centro privo di un’unica élite, in cui più gruppi etnici convissero (tra questi la presenza di elementi del Baluchistan, del Turkmenistan e protoelamiti di origini occidentali), privo di mura difensive e di un solo oggetto di offesa, secondo un’organizzazione di tipo eterarchico, pacifica e di chiara matrice matrilineare.

 

13- 28 luglio Ingresso libero
Monastero degli Olivetani – Lecce

Condividere