Un patrimonio culturale a rischio

La minaccia dei siti culturali dell’Iran nella lista mondiale UNESCO

La conferenza intitolata “Un Patrimonio Culturale a Rischio” in collaborazione tra Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo (ISMEO) e l’Istituto Culturale dell’Iran   si è svolta venerdì 31 gennaio presso la prestigiosa sala Borromini della Biblioteca Vallicelliana a Roma con la presenza degli studiosi e iranisti dell’ISMEO, ambasciatore dell’Iran presso Quirinale e ambasciatore dell’Iran presso la Santa Sede.

Gli studiosi italiani si schierano a difesa dell’immenso patrimonio culturale che Donald Trump sembra considerare un legittimo obiettivo militare.

La Repubblica islamica è al nono posto nel mondo (il terzo per l’Asia) come numero di siti inclusi nella lista dell’Unesco come Patrimonio dell’umanità. Sono 24 siti, due “naturali” e 22 culturali, e una sessantina sono in una sorta di “lista d’attesa”. E l’Italia, con diverse missioni, è il massimo partner dell’Iran nella tutela e nella valorizzazione, perché “la diplomazia della cultura è la base dell’amicizia fra i due Paesi”, sottolinea l’ambasciatore iraniano Hamid Bayat.

Ambasciatore dell’Iran nel suo discorso sottolinea che questi monumenti sono intitolati a un Paese che li ospita, ma sono in realtà dell’umanità intera”.

 

Prof. Adriano Rossi , Presidente dell’Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo (ISMEO) nel suo discorso dichiara di non considera i moniti di Trump solo una provocazione: “Tutti riteniamo impossibile che minacce del genere vengano messe in atto. Ma non dimentichiamo che lavoriamo in Iraq, dove il patrimonio archeologico è stato devastato dalle bombe”. In altre parole, le distruzioni promesse dal presidente americano non sarebbero diverse dalle devastazioni operate dall’Isis in Iraq e Siria, e, prima ancora, da Talebani in Afghanistan. Per la difesa di queste ricchezze, dice Rossi, “gli amici iraniani sappiano che siamo al loro fianco”.

Prof. Pierfrancesco Callieri , Presidente precedente dell’Associazione degli iranisti europei e docente all’università di Bologna e co-direttore della missione congiunta tra l’iran e Italia in Iran sofferma su 22 siti monumentali, otto portano anche la firma dell’Italia,  per non parlare di Persepolis, dove gli italiani hanno recuperato la porta monumentale di Tol-e Ajori, ispirata alla porta di Ishtar di Babilonia.

Prof. Callieri aggiunge che le rappresaglie ipotizzate da Trump sono talmente assurde che “non sono nemmeno ricomprese fra le possibili minacce elencate nella Convenzione Unesco del 1972 per la protezione del patrimonio mondiale”.

 

 

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