Āhak (o Sāruj) bori (Arte di incidere il calcare)
L’incisione di immagini in rilievo sulla superficie del calcare è chiamata Āhak bori. Tra i più noti esempi di Āhak bori, in Iran, si possono annoverare le decorazioni degli hammām di Casa Āmeri (Kāshān) e di Khān (Sanandaj).
Il Sāruj rappresenta un’innovazione portata alla luce dagli architetti iraniani in tempi molto antichi. Per produrlo, questi creavano un impasto di argilla e di calcare (con un rapporto di sei parti a quattro) e, una volta ottenuta questa dura fanga, passavano due giorni a lavorarla. In seguito, vi aggiungevano della cenere ricavata dai forni dagli hammām e della fibra di tifa. A questo punto, mediante verghe di legno dello spessore di 10 cm, il fresco impasto veniva battuto in modo da far amalgamare per bene il tutto.
In epoche passate, il Sāruj godeva di un’importanza notevole e veniva impiegato per costruire bacini d’acqua, ponti, Āb anbar (cisterne d’acqua), bagni turchi, edifici e barriere. Sulle precise origini del Sāruj, prodotto tipico dell’Iran e di alcuni dei Paesi situati intorno al Golfo Persico, si possono solo formulare ipotesi; è possibile, tuttavia, trovare ancora oggi reperti risalenti a 700 anni fa in diversi punti dell’Iran.
In linea di principio, per dare risalto ai disegni in rilievo, nel Sāruj bori si ricorre all’utilizzo di colori naturali minerali: alla polvere di lapislazzuli per l’azzurro, all’ocra per il giallo e così via. Parimenti, sono impiegati minio, biacca e cinabro. La mescolazione di tali colori può generare risultati estremamente appariscenti.
Tra le immagini e i motivi tipici del Sāruj bori troviamo: fiori e piante, gol o morgh, arabeschi, scene di antiche leggende e miti, immagini celestiali di angeli, ritratti di Imām e via dicendo.
Per eseguire il Sāruj bori, sono impiegati due strati. Il secondo di questi, colorato, serve a creare le figure in rilievo.
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