Pittura del Gol o morgh (fiori e uccelli)
Già millenni prima della nascita di Cristo era corrente l’utilizzo di immagini ritraenti volatili e fiori su opere come oggetti in terracotta o murali. Tali im-magini, nel corso dell’epoca islamica, sono arrivate a raggiungere una perfe-zione ed un’eleganza prima sconosciute. In forza di ciò, il Gol o morgh è riusci-to a ritagliarsi uno spazio esclusivo tra le varie arti.
Proprio in virtù di questo antico precedente nella cultura e nelle arti nazionali, questo stile è stato impiegato in tutte le branche artistiche tradizionali.
Il Gol o morgh, nella tradizione artistica iraniana legata alla pittura, va conside-rato appartenente al ramo della miniatura.
Arti quali la miniatura, il tazhib, il tash‘ir, il Gol o morgh, il Gol o buteh, ecc., sono state legate a discipline come la calligrafia e il ketābārāi (il lavoro di miniatura operato sui manoscritti).
Le rappresentazioni dei volatili e dei fiori, nell’arte iraniana, hanno un trascorso datato. Un trascorso che affonda le proprie radici nella cultura iraniana. Il Simorgh ne rappresenta l’esempio più illustre e simbolico. Connesso alla vegetazione e al prosperare di questa, tale volatile è chiamato “fenice” nella tradizione islamica e “Sin Muru” nella lingua pahlavi.
Le prime rappresentazioni di volatili e di uccelli su manoscritti vanno fatti ri-salire a un periodo che nella storiografia dell’arte iraniana nell’era islamica è chiamato Maktab-e Baghdād (“Scuola di Baghdād”).
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