Semnan -25
Regione Semnan      | ♦Capoluogo: Semnan   |  ♦Superficie: 96 816 km²  |  ♦Abitanti: 570 835
Storia e CulturaAttrazioniSouvenir e artigianatousanze e costumiDove mangiare e dormire

Contesto geografico

La regione di Semnan è una delle più importanti dell’Iran e per quanto riguarda l’estensione territoriale rappresenta la sesta regione, circa quattro volte quella di Tehran. Il capoluogo della regione è la città di Semnan e gli altri principali centri abitati sono: Shahrud, Damghan e Garmsar. Questa regione ha sia una zona montuosa che pianeggiante. Il territorio montano è dotato di località turistiche particolarmente interessanti ed anche nelle pianure sono situate alcune fra le più antiche città dell’Iran.

Clima

A causa della varietà dei contesti geografici, ciascuna zona di questa regione ha un diverso tipo di clima. Tanto è vero che nella zona montana si trova un clima freddo, sulle pendici dei monti si riscontrano condizioni climatiche temperate e nelle vicinanze del deserto si registrarono temperature calde.

Storia e Cultura

Durante tutta l’epoca dei Medi e degli Achemenidi, la regione di Semnan veniva considerata come parte integrante del territorio dei Parti e, in seguito, anche nel periodo dei Sasanidi era una zona che ricopriva un ruolo di primo piano. I Parti divisero le antiche regione iraniche in 18 vasti settori, di cui uno dei più rilevanti, chiamata ‘Kamisen Qumis’ o ‘Qumes’, è localizzabile in una zona nei dintorni delle odierne città di Semnan e Damghan. Nella metà del VII secolo d. C. ai tempi di Yazdgerd III, l’ultimo sovrano della dinastia sasanide, gli invasori arabi conquistarono l’altopiano iranico. In un primo momento, gli Arabi conquistarono la grande e prospera città di Rey, poi, si diressero verso il nord-est, giunsero nel territorio di Kumesh – la zone situata fra le città odierne di Semnan, Damghan e Bastam – e occuparono anche questa regione. Quindi, dalle fonti storiche e le cronache dell’epoca si deduce che la regione di Semnan sia stata una delle zone più antiche dell’Iran e, nel corso della storia, abbia avuto periodi di prosperità e decadenza. Questa regione è stato il luogo di incontro di diverse popolazioni. Con l’invasione dei Mongoli la città di Semnan fu distrutta, ma nei periodi successivi, soprattutto durante l’epoca safavide e in quella dei Qajar, venne ricostruita e vi si trovano numerose opere che risalgono a quei tempi. La Via della Seta attraversava in lungo la regione, quindi, in relazione a quel famoso percorso mercantile, ancora oggi vi rimangono numerose opere storiche fra cui palazzi, edifici, castelli, caravanserragli, cisterne d’acqua e torri di guardia. Tra questi monumenti sono da visitare: i Palazzi di Agha Mohammad Khan e di Fath Ali Shah a Damghan, i Palazzi di Shah Abbas, di Eyn-or-Rashid e il Harem regale a Garmsar, la Residenza della figlia di Naseroddin Shah a Damghan, i Castelli di Saru, di Kushmoghan e di Pachenar a Semnan e i Castelli di Lasgard e di Bankuh a Garmsar. Nella regione di Semnan sono presenti anche numerose località e costruzioni religiose che rappresentano mete di pellegrinaggio, fra cui: la Moschea Soltani, la Moschea del Venerdì, la Moschea di Tarikhane di Damghan e la Grande Moschea di Bastam. Questa regione è stata la culla di molti poeti, scienziati e mistici come: Manuchehri Damghani, Ebn-e Yamin Forumadi, Forughi Bastami, Yaghmayi Jondaqi, Zouqi Bastami, Bayazid Bastami, Sheykh Abo-l-Hasan Kherqani, Sheykh Ala-ad-Doule Semnani, Sheykh Sakkak e Bibi Munjame Semnani. Fra le personalità dei tempi più recenti si possono citare: Haj Ali Semnani, Feyz Semnani e Zabihollah Safa. Tra gli usi e costumi degli abitanti della regione di Semnan vale la pena ricordare che essi non indossano abiti neri nelle cerimonie funebri. Il motivo di questa scelta sembra che sia da ricercare nella loro antica avversione verso la bandiera nera che era il simbolo dei califfi abbasidi.



Tra le altre opere e costruzioni storiche di questa regione sono da visitare: il Caravanserraglio di Abbas Abad, il Caravanserraglio di Shah Soleymani Ahvan, il Caravanserraglio di Shah Abbas Lasjerd, l’Edificio storico di Cheshme Ali, il Palazzo di Eyn-ar-Rashid, il Palazzo di Haramsara ed i Castelli Pachenar.

Souvenir e artigianato

I principali manufatti dell’artigianato della regione di Semnan sono: tappeti, kilim, diversi tipi di smaltatura, vari oggetti di terracotta e ceramica, e vari tipi di manufatti tessili. I pistacchi di questa regione sono molto rinomati, così come la frutta secca in genere, il pane tradizionale, fichi, prugne, noci e uva.

Il rituale “chelchelâ” nella città di Mojen-provincia di Semnân

La bella cittadina a gradoni di Mojen, situata a 33 chilometri a nord-ovest di Shâhrud, ogni anno durante il mese di Moharram ospita milioni di seguaci dell’Imam Hossein e di credenti provenienti dagli angoli più remoti del paese, in particolare da Teheran e da Gorgân.
La zona di Semnân, Mojen possiede alcuni tekyeh (1) denominati tekyeh superiore (ghal’e), inferiore (centrale), sa’dât, mollaguhar e zuljanâh e anche alcuni membarkhâne (2) che qualche giorno prima del mese di Moharram vengono ripuliti e rivestiti di teli neri. Fin dai tempi antichi, nei giorni a partire dalla terza notte del mese di Moharram, nel cortile di due grandi tekyeh di Mojen, quello superiore e inferiore, poco prima del tramonto si svolge il celebre rituale denominato “chelchelâ” e questa usanza si protrae fino alla decima notte con la presenza dei membri del tekyeh e di numerosi partecipanti al lutto dell’Imam Hossein. Nel tekyeh inferiore, poco prima del tramonto, le persone incaricate dell’allestimento, puliscono il tekyeh e ricoprono lo spazio adibito con dei tappeti e dei teli e vi mettono quaranta candelabri per lo svolgimento del rito. Si dice che forse per questo motivo hanno chiamato questo affascinante rituale religioso “chelchelâ” o “quaranta candele”.
I membri e i volontari del tekyeh stanno in piedi di fronte alle candele e rivolti verso la folla presente e una persona, che solitamente è il capo e come dicono quelli del posto è il “papà” del tekyeh, salmodia con un tono di voce delicato. Le donne e le giovani ragazze stanno sedute sulle cime dei gradoni intorno al tekyeh a guardare lo spettacolo. Esse credono che al tramonto le preghiere vengano esaudite prima e che quindi non debbano perdere questa occasione. Il tekyeh inferiore ha un aspetto spirituale particolare. Il telo che è stato steso sul cortile del tekyeh e sopra le colonne di legno, è il simbolo dell’accampamento dell’Imam Hossein (che la pace sia su di Lui). In questo rituale, dopo la recitazione delle preghiere vengono salmodiate parti della preghiera del pellegrinaggio dell’Ashura, poi si prega per la salute e il ritorno dell’Imam Zamân (3) (che la pace sia su di Lui) e gli spettatori rispondono con un “Amen”. In questa occasione la gente porta al tekyeh il cibo offerto in beneficenza, per lo più costituito da pane e da zollette di zucchero e lo dispone su tavole di grossa tela, cibo che verrà offerto ai partecipanti al rituale il giorno successivo. In cambio la gente riceve dai volontari un piccolo sacchetto di nabât (zucchero cristallizzato) in segno di gratitudine.
Al termine della cerimonia si prega e si recita la fatiha (4) anche per la benedizione dei defunti, la guarigione dei malati, l’allontanamento dai mali e l’accettazione dei voti. Poi le candele vengono passate di mano in mano e fatte girare e ci si prepara alla preghiera del tramonto.


1- Spazio adibito alle cerimonie funebri del mese di Moharram, in genere uno spiazzo al crocevia di una città, una semplice arena ma anche un edificio in cui sono rappresentante le ta’ziyeh., rappresentazione teatrale in cui si rievoca il martirio dell’Imam Hossein a Kerbala, nel sud dell’odierno Iraq. In genere si tratta di un fabbricato con un cortile. Ogni tekyeh ha i suoi membri, che di solito sono gli abitanti di quel quartiere.
2- Lett. “Casa del pulpito”, dove menbar sta a significare il pulpito di una moschea.
3- Dodicesimo e ultimo Imam degli Sciiti, Al-Mahdi (lett. “il ben guidato da Dio”) misteriosamente scomparso e del quale si attende sempre il ritorno.
4- Prima sura del Corano.

L’usanza di cospargere i neonati con i fiori nella città di Dâmghân e nella regione di Semnân

Tra le usanze tradizionali rimaste dal passato in diverse zone della città di Dâmghân, c’è quella di avvolgere il neonato in una stoffa con dei fiori nella prima primavera della sua vita. Secondo questa usanza, nel caso in cui la nascita del neonato coincida con la stagione di primavera e con la fioritura delle rose rosse, alcune donne della famiglia vanno nei giardini e nei campi per raccogliere i fiori recitando preghiere e poesie. I fiori raccolti vengono portati a casa e i petali vengono sparsi, poi il neonato viene portato in bagno e lavato. Quando esce dal bagno viene asciugato e avvolto in una stoffa bianca in cui sono stati sparsi i petali di rose rosse. Questo rito di solito viene eseguito dalla madre, dalle zie o dalla nonna. Per gli altri neonati nati in altre stagioni, questo rituale viene svolto nella prima primavera della loro vita. Dopo di che vengono offerti agli ospiti tè, sciroppo e dolci.

Cucina Locale

Diversi piatti di cucina locale della regione di Semnan vengono preparati in maniera tradizionale: la minestra Torsh, il brodo di carne con pistacchi, riso con aneto e fagiolini, diversi tipi di Tahchin, Reshte Polo, Bij Bij, Kate Shir, Qeyme di sedano, riso e uva passa, Zardak Polo, diversi tipi di pietanze composte (noci e spinaci, mele selvatiche e amarene, pietanze a base di pistacchi, Khoresh-e Qorme), Gur Mast, Dugh-e Jush, Eshkane, Bolmaq, Hasu, Dast be Qamme, Khorak-e Kashk, Tas Kabab, Mast-e Jush, Qalyaqrut, Burani-ye Kadu.

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