La Storia dell’arte dell’Iran

SECONDA PARTE

L’ARTE IRANIANA DALL’AVVENTO DELL’ISLAM
ALLA VITTORIA DELLA RIVOLUZIONE ISLAMICA

BREVE STORIA DELL’IRAN NEL PERIODO ISLAMICO

L’Iran sasanide raggiunse l’apice della sua grandezza durante il regno di Khosrow II, il primo sovrano che ripristinò, dopo oltre undici secoli, i confini del paese raggiunti all’epoca dell’achemenide Dario il Grande. Questo fatto ebbe due gravi conseguenze: la prima, che il re divenne talmente egoista e superbo da considerarsi uguale a Dio! Stracciò persino l’epistola inviatagli dal Profeta dell’Islam. La seconda, che la popolazione era così stanca e stramata, a causa delle numerose guerre, che persino il miglior comandante dell’esercito, ossia Bahram Chubin, proclamò la sua opposizione. Le ripetute guerre, le tasse eccessive, imposte per affrontare le spese dell’esercito, unitamente alle baldorie del superbo re, indussero la popolazione, accortasi di essere stata tradita, ad implorare Dio per la propria salvezza e cercare la liberazione nell’Islam. L’Islam aveva molta affinità con la religione mazdea, riguardo al credo, le tradizioni e l’etica ma appariva comunque superiore a quella zoroastriana per tanti aspetti. Questo spinse gli Iraniani ad accogliere con entusiasmo l’Islam per affrancarsi dalle oppressioni e dalle miserie degli ultimi anni del regno dei Sasanidi.
Khosrow Parviz venne assassinato da suo figlio Shiruyeh, che regnò con il soprannome di Artaserse III per poco meno di un anno prima di subire la sua stessa sorte. Artaserse III fu ucciso da Khosrow III, a sua volta assassinato da Cheranshah; dopo di lui salirono al trono Purandokht e Azarmidokht, prima e seconda figlia di Khosrow III. In un arco di tempo di cinque anni regnarono altri re, Hormozd quinto, Khosrow quarto, Firuz secondo, Khosrow V, ed infine Yazdgerd III regnò circa diciannove anni. Egli non potè resistere di fronte all’esercito dell’Islam e fuggì nel Khorasan, la regione a nord est dell’Iran per radunare dei combattenti, ma di notte venne ucciso da un povero mugnaio che voleva rubargli i gioielli che aveva addosso. Dopo la sua morte, il figlio Firuz, erede al trono, si rifugiò in Cina e le sue figlie, denominate Shahrbanu furono prese in ostaggio dall’esecito dell’Islam; una di loro sposò Mohammad ibn Abu Bakr e l’altra l’Imam Hossein ibn Ali (la pace di Dio sia su di lui).
Fino all’anno 821 in Iran governarono gli Arabi, ovvero i rappresentanti ed i governatori nominati dai califfi omayyadi ed abbasidi. In quell’anno Taher ibn Hossein, il comandante dell’esercito del Califfo abbaside, al-Mamun – dopo il martirio dell’Imam Ali ibn Musa ar-Reza (la pace sia su di lui) ed il ritorno di Al-Mamun a Baghdad in Iraq – divenne governatore del Khorasan; egli nell’828 pretese e dichiarò l’indipendenza e fondò la dinastia dei Tahiridi. Nell’832, il califfo al-Mutasim trasferì la capitale da Baghdad alla città di Samarra e per prevenire i complotti degli Iraniani assunse dei mercenari turchi come proprie guardie del corpo e come guardiani della nuova capitale. Ma essi lo uccisero nell’ 863 insediando al suo posto al-Mustain e portando al potere quattro anni più tardi al-Mutazz. Questi avvicendamenti indebolirono il califfato e così gli Iraniani a poco a poco riconquistarono la parte orientale del paese. Nell’838 Yaqub Laith occupò la città di Herat e nell’873 ottenne il regno del Tokharestan (regione posta tra le famose città di Balkh e Badakhshan). Egli, due anni più tardi, fece cadere il governo dei Tahiridi stabilendosi nella città di Nishapur. Yaqub venne sconfitto nell’877 durante un attacco a Baghdad. Nell’880 lo sostituì Amr Laith che nell’899 estese il suo regno a tutte le regioni oltre il fiume di Jeyhun e la parte orientale dell’Iran. Egli nel 901 conquistò anche le regioni di Kerman e del Fars.
Nell’875 i Samanidi, prima al servizio dei Tahiridi, dopo la caduta di questi ultimi, si stabilirono per ordine del califfo nella città di Marv. La loro influenza si espanse gradualmente ed essi conquistarono le regioni oltre il fiume come il Khorasan, il Sistan, Kerman, il Gorgan, Ray e il Tabarestan. Nel 901 destituirono Amr Laith occupando anche il territorio sotto il suo dominio. I Samanidi, che si consideravano i discendenti dei Sasanidi, regnarono fino all’anno 1000; furono tolleranti con la popolazione, sostennero la scienza e l’arte ed incoraggiarono i sapienti.
Alcuni piccoli governi locali, spesso seguaci della religione sciita, si formarono anche in alcune aree dell’Iran centrale ed occidentale. Tra questi ricordiamo gli Ziyaridi che regnarono dall’829 al 1078 su una parte dell’altipiano iraniano stabilendo il centro del loro governo nella città di Gorgan, nel Tabaristan. Quasi in concomitanza, la dinastia dei Buyidi (943 – 1056), discendenti di Abu Shoja Buyeh, scese in campo in politica e nelle attività governative. Essi, originari della regione di Deylam, abbracciarono la religione sciita. I Buyidi furono prima al sevizio di Mardavij ibn Ziyar, ma nel 936 si dichiararono indipendenti conquistando, una dopo l’altra, le regioni del Khuzestan, del Fars, di Kerman e la parte occidentale dell’Iraq. Nel 946 Ahmad Buyeh conquistò anche Baghdad. Il califfo lo nominò Amir ol-Omara dandogli il soprannome di “Moezz ad-Dowleh” (‘Glorificatore della dinastia’) ed suoi fratelli Ali e Hasan vennero soprannominati rispettivamente Emad ad-Dowleh (‘Sostegno della dinastia’) e Rokn ad-Dowleh (‘Pilastro della dinastia’). Il periodo più florido dei Buyidi fu il regno di Azad ad-Dowleh, figlio di Rokn ad-Dowleh, che conquistò Baghdad nel 979, regnando fino al 984. Suo figlio Baha ad-Dowleh regnò sull’Iraq sino al 1056. In quell’anno, con la conquista di Baghdad da parte del selgiuchide Toghrol, la dinastia dei Buyidi si estinse.
Intorno alla metà del decimo secolo, l’Iran appariva diviso in questo modo: nel nord-est del paese governavano i Samanidi; nelle regioni di Gorgan e di Mazandaran, il potere era nelle mani degli Ziyaridi. La maggior parte dell’altopiano iranico, ossia le regioni del Fars, di Kerman e la parte centrale dell’Iran, era sotto il governo dei Buyidi, che dominavano praticamente anche la città di Baghdad. La lingua persiana divenne la lingua della letteratura e l’idioma ufficiale del paese e la corte degli Buyidi ed altri centri culturali divennero luoghi di raccolta e di riunione di poeti e di sapienti. In questo stesso periodo incominciò a diffondersi in Iran lo sciismo, in particolare nelle zone occidentali del paese, mentre quelle orientali e la Mesopotamia mantenevano l’influenza della confessione sunnita. I Buyidi cercarono di mantenere la pace e misero grande impegno, sopratutto durante il regno di Azad ad-Dowleh, nella ricostruzione del paese. Azad ad-Dowleh fece molto in questo senso, sostenendo la scienza e la cultura, costruendo moschee, ospedali e istituti di pubblico servizio, restaurando i canali degli acquedotti e aiutando generosamente poveri e malati. Egli, dopo la conquista di Shiraz, fece costruire una cittadella al sud della città per il suo esercito, i membri della corte ed i funzionari del governo al fine di prevenire ogni eventuale sopruso nei confronti della popolazione da parte dei soldati.
Nel frattempo cresceva l’influenza dei Turchi in Iran, che erano semplici soldati o al massimo comandanti delle divisioni dell’esercito dei governatori delle diverse regioni del paese. Essi riuscirono ad occupare alte posizioni amministrative e militari. Uno di loro, di nome Alebtakin, fu nominato dai Samanidi governatore della città di Ghazni (oggi nel territorio afghano), ma suo figlio Saboktakin pretese l’indipendenza e nel 977 aggiunse il Khorasan al proprio territorio. Nel 991 Toghra khan, il capo dei Turchi Karluk, occupò una parte dei territori sotto il dominio dei Samanidi nella Mesopotamia. Intanto nel 998 Mahmud, il figlio di Saboktakin, prese il posto del padre. Egli elesse come propria capitale la città di Balkh, cambiandola poco dopo con la città di Ghazni. Mahmud dopo aver conquistato la regione del Sistan e la parte occidentale dell’Iraq, annesse al proprio territorio anche l’India e la Mesopotamia occupandole militarmente, mentre i Buyidi regnavano nel sud e nell’ovest dell’Iran. Mahmud come i Buyidi ed i Samanidi, fece della propria corte un luogo di incontro di poeti e scrittori ed un centro per la cultura e la letteratura. La maggioranza dei grandi poeti della scuola del Khorasan frequentavano la sua corte. Lo Shahnameh, capolavoro del poeta Ferdowsi, che narra l’epica nazionale iraniana, fu composto durante il regno di Mahmud. Mahmud nonostante l’enorme ricchezza raccolta con i bottini di guerra, non mantenne la promessa di ricompensare Ferdowsi e ciò provocò grande dispiacere al poeta. Si dice che ciò fu dovuto a due fattori: il primo che Mahmud era molto avaro ed il secondo perché Ferdowsi era sciita mentre Mahmud apparteneva alla confessione sunnita
Ferdowsi stesso scrive a tale proposito:

Mi offesero perché quelle belle parole sono composte
con l’amore del Profeta e del suo successore
(l’Imam Ali, la pace su di lui).

La presa di potere da parte di Mahmud e poi di suo figlio Masudi favorì vaste migrazioni di Turchi in Iran, anche se in alcune casi ciò avvenne sotto forma di attacchi ed invasioni. Tra queste, l’invasione dei Turchi selgiuchidi che si stabilirono in modo autonomo sia in Iran che oltre i confini del paese. Toghrol Beg, il capo dei Selgiuchidi in poco tempo conquistò vasti territori dominati dai Ghaznavidi e dai Sassanidi, assunse il controllo delle parti settentrionali del paese e si diresse verso Baghdad. Egli pose fine alla dinastia dei Buyidi nel 1056, facendo ritrovare all’Iran l’unità politica, sotto il proprio regno. Toghrol Beg scelse le città di Marv e di Baghdad come proprie capitali, e per questo motivo il Califfo gli diede il soprannome di “Sultano d’Oriente e d’Occidente”. Toghrol Beg dopo aver conquistato Baghdad si stabilì nella città di Ray. Suo figlio Alp Arslan prese in ostaggio l’imperatore bizantino Diogene Romano, ma fu molto generoso con lui, gli salvò la vita stabilendo il pagamento di un tributo annuale. Dopo Alp Arslan, suo figlio Malek Shah salì al trono nel 1073. Durante il suo regno, l’Iran raggiunse, per la seconda volta nella sua storia imperiale i confini dell’epoca di Dario il Grande, estendendosi dalla Cina alla Siria e dalla Mesopotamia all’Arabia. Ma tutto ciò avvenne grazie all’aiuto del saggio ministro di Alp Arslan e di Malek Shah ovvero Khajeh Nezam ol-Molk. Egli fu un politico intelligente, un intellettuale ed uno scrittore molto abile. Fondò diverse scuole scientifiche, dette Nezamiyeh, a Baghdad e in altre città iraniane. In quest’epoca si diffuse oltre i confini del paese lo stile architettonico iranico dell’iwan. Delle opere letterarie di Khajeh ci è pervenuto soltanto il Siyasatnameh ‘Il libro della politica’.
L’ultimo sovrano selgiuchide, Sanjar, non riuscì a mantenere il vasto territorio di Malek Shah ed il suo regno si limitò alla sola regione del Khorasan. Si dice che l’indebolimento del suo governo fu causato dall’assegnazione di grandi ed importanti lavori ad uomini di poco valore ed incapaci e viceversa! I Selgiuchidi credevano nella confessione sunnita, ed è riportato nei libri di storia che Malek Shah si convertì allo sciismo negli ultimi anni della sua vita. I Selgiuchidi formarono un tipo di governo simile a quello degli Achemenidi, ossia un sistema di governatorati militari ereditari. Ma proprio questo fatto favorì la scomposizione dell’Iran. Ogni regione fu sotto il domino di un governatore turco locale detto atabak. I più famosi furono gli Atabakan dell’Azerbaijan e del Fars, ai quali si aggiunsero quelli del Lorestan e di Kerman.
Nel 1150 i Turchi ghuridi occuparono la città di Ghazni, facendo cadere i Ghaznavidi e regnandovi sino al 1210. Nel 1173 Ala ad-Din Tekish Khwarezmshah occupò la regione del Khorasan e in poco tempo conquistò anche la regione di Isfahan. Egli e suo figlio Sultan Mohammad fondarono un impero assai vasto che destò lo stupore dei paesi vicini. Ala ad-Din Tekish era figlio di un turco che faceva il coppiere alla corte dei Selgiuchidi. Malek Shah in ricompensa ai servigi da lui resi, lo nominò governatore della regione di Khwarezm, situata presso il fiume Jeyhun. Il potere dei Khwarezmshah crebbe talmente che i Ghuridi furono costretti a cedere gran parte dei loro territori compresa la parte orientale dell’Iran. Dopo Sultan Mohammad, nel 1210, giunse al potere Ala ad-Din Mohammad. Egli riconquistò l’Afghanistan dai Ghuridi. Ma diventato forte e superbo, diede l’ordine di uccidere alcuni mercanti mongoli giunti in Iran. Questo indusse i Mongoli ad attaccare l’Iran. Guidati da Chengiz, occuparono nel 1219, la Transoxiana, le regioni Khorasan e del nord dell’Iran. Nel 1224 Sultan Jalal ad-Din, figlio di Sultan Mohammad, liberò l’Iran dai Mongoli. Chengiz morì nel 1228, ma dopo la morte di Sultan Jalal ad-Din, avvenuta nel 1232, i Mongoli invasero nuovamente l’Iran, compiendo un genocidio totale, distruggendo moschee, scuole e ogni cosa che capitava loro davanti.
Nel 1257 Hulegu, nipote di Chengiz, fondò la dinastia dei Mongoli dell’Iran. Egli scelse la città di Maraqeh come propria capitale. La sua stabilizzazione nella regione dell’Azerbaijan favorì i cristiani ed i buddisti, in quanto Hulegu si era convertito al buddismo e sua moglie Dogghuz khan era nata in una famiglia cristiana. I cristiani nestoriani approfittarono della protezione della corte e si dedicarono alla costruzione di chiese e alla diffusione della propria religione. Si dice che Hulegu, negli ultimi anni della sua vita, volle convertirsi all’Islam ma non vi è nessun documento storico che lo dimostri. Dopo di lui regnò il figlio Abaqa Khan. Egli trattò bene i cristiani e durante il suo regno gli ebrei neo-convertiti all’ Islam ottennero importanti posizioni alla corte.
Arghun, il nipote di Hulegu, nel 1289 decise di unirsi ai paesi orientali per attaccare i Turchi regnanti in Egitto. Nel 1293 salì al potere suo figlio Ahmad Tekudad e dopo di lui Ghazan Khan che nel 1296 si convertì all’Islam sciita. Dopo la sua morte, salì al trono il fratello Mohammad Oljaitu, soprannominato Khodabandeh (‘servo di Dio’), di religione sciita, che inviò suoi rappresentanti a tutti i paesi islamici dichiarando la propria volontà di creare un’alleanza con loro. Egli inoltre sottoscrisse accordi con le corti di Francia e d’Inghilterra, instaurando una corrispondenza con il Papa di Roma e con i regnanti d’Egitto. Oljaitu fece costruire un maestoso mausoleo – degno di nota dal punto di vista architettonico – nella città di Soltaniyeh al fine di trasferirvi le spoglie dell’Imam Hossein (la pace su di lui) dalla città di Karbala, ma gli Ulema ed i capi religiosi si opposero. In quel monumento venne quindi sepolto lui stesso, quando morì ancora in giovane età. Gli successe suo figlio Abu Said, ancora bambino. Durante il suo regno si stabilì nella città di Ardabil lo Shaykh Safi ad-Din Ardabili, il grande mistico-gnostico antenato dei Safavidi. In quel periodo fu composta la nota opera Jami at-Tawarikh dello storico Rashidi, mentre il poeta Hamdollah Mostowfi Ghazvini (nato nel 1282) compose il libro di poesie Zafarnameh, ritenuto la continuazione dello Shahnameh (‘Libro dei Re’) famosa opera di Ferdowsi. Contemporaneamente la scuola di pittura iranica si affrancò dall’influenza araba e cinese adottando un proprio stile che si perfezionò durante l’epoca dei Safavidi.
Abu Said si impegnò molto per l’unità dell’Iran, ma dopo la sua morte avvenuta nel 1335, in ogni regione i governatori locali reclamarono la loro indipendenza:i Mozaffaridi nelle regioni del Fars, di Kerman e dell’Iran centrale, gli Al-e Jalayer nel territorio compreso tra Baghdad e l’Azerbaijan, i Sarbedaran nel Khorasan e la dinastia dei Kart a Herat. Tra tutti, i Mozaffaridi furono quelli in grado di regnare più a lungo degli altri, dal 1341 al 1393, quando il loro governo decadde per mano del mongolo Tamerlano. Essi riuscirono a riunire gran parte dell’Iran occidentale e centrale (Fars, Kerman, Iran centrale, Azerbaijan).
Verso la fine del XIV secolo, l’Iran incominciò ad essere oggetto di violenti attacchi da parte delle truppe di Tamerlano. Quest’ultimo si considerava il discendente di Chengiz Khan e riteneva un proprio diritto governare sull’Iran. Nel 1371 occupò la cità di Baku e dieci anni più tardi, nel 1381 conquistò il Khorasan, il Sistan e il Mazandaran ed infine nel 1384 l’Azerbaijan, l’Iraq ajamita (non arabo) ed il Fars. Durante l’attacco ad Isfahan, egli fece decapitare ferocemente circa 70.000 persone e sterminò tutta la famiglia dei Mozaffaridi. Tamerlano non rimase per molto tempo in Iran e dopo essersi ritirato in Mongolia suddivise i territori conquistati tra i suoi figli, assegnando a Shahrokh, nel 1398, le regioni del Khorasan e del Sistan. Quest’ultimo, dopo la morte del padre avvenuta nel 1446, riuscì a ristabilire l’unità politica dell’Iran, e si impegno a ricostruire ciò che il padre aveva distrutto cercando di compensare i danni che il paese aveva subito. L’Iran occidentale era stato invece assegnato a Miranshah , ma in breve tempo tutto il territorio dell’Iran fu unificato sotto il dominio di Shahrokh. Il regno dei Timuridi costituisce un periodo di grande fioritura. Shahrokh era di religione sciita e sostenne sempre la scienza e l’arte. Dopo la sua morte, nonostante l’Iran attraversasse nuovamente un periodo di disordine politico, il rinnovamento scientifico, letterario ed artistico non si arrestò. Questo periodo è ricordato come l’epoca d’oro della letteratura, della scienza e dell’arte, in particolare durante il regno di Sultan Hossein Baqara, poiché egli stesso fu pittore, ottimo calligrafo e trascrisse il Sacro Corano che si trova nel museo del mausoleo dell’Imam Reza (la pace su di lui) a Mashad.
Alcune opere di questo periodo sono rimaste immuni dalle ingiurie del tempo, tra di esse un manoscritto dello Shahnameh di Ferdowsi redatto nel 1370-71, oggi conservato presso il museo del Cairo in Egitto; il manoscritto del Kalilah va Dimnah conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi; alcune copie delle opere di Khaju Kermani, compreso la raccolta di poesie manoscritta da Mir Ali Tabrizi nel 1395 attualmente custodita nel museo di Londra. Le pitture di questo libro sono state eseguite a Shiraz da Joneyid, allievo di Shams ad-Din Mozaffar. Nonostante questo, tali pitture sembrano essere più vicine alle opere eseguite durante il periodo degli Al-e Jalayer a Baghdad che non alla scuola di Shiraz. Il pregio principale di questi dipinti consiste nella combinazione e nella proporzione adeguata e gradevole dei protagonisti delle scene rispetto alle cornici entro cui sono in movimento e la precisione nel mostrare i dettagli.
Il secondo periodo di regno dei Timuridi potrebbe essere descritto brevemente come segue.
Nel 1409, la tribù nomade di Qara Qoynlu separò l’Azerbaijan dai territori dei Timuridi, fondando un proprio regno e annettendo nel 1411 anche la città di Baghdad. I sovrani di questa dinastia estesero la loro influenza su quasi tutto l’Iran. Nel 1468, Uzun Hasan, il capo della tribù avversaria Aq Qoyunlu liberò la parte occidentale del paese dal domino dei Qara Qoynlu. Nel 1470, il Sultan Hossein Baiqara regnò su Herat e nel 1492 il safavide Ismail riprese l’Azerbaijan dagli Aq Qoynlu conquistando la città di Baku nel 1501. Ismail si incoronò ufficialmente nel 1503 nella città di Tabriz dando così inizio alla dinastia Safavide.
Gli episodi avvenuti in Azerbaijan dopo la morte di Tamelano favorirono l’ascesa al potere dei Safavidi. Il fondatore della confraternita dei Safavidi, lo Shaykh Safi ad-Din era un discendente del Profeta dell’Islam da parte dell’Imam Musa al-Kazem (la pace su di lui). Egli era un mistico venerato e dotato di nobili virtù che visse durante il regno di Sultan Mohammad Khodabandeh e Sultan Abu Said della dinastia Ilkhanide. Dopo la sua morte nel 1335, suo figlio lo Shaykh Sadr ad-Din prese il posto del padre nella guida dei discepoli e dei seguaci della propria confraternita. Lo shaykh Sadr ad-Din morì nel 1395 e cedette la guida al figlio. Quest’ultimo diede in moglie la sorella di Uzun Hasan a suo figlio, lo Shaykh Jonaid che mise insieme un esercito di seguaci del padre e combattè contro Shirvanshah per prevenire i suoi continui attacchi contro l’Azerbaijan. Egli morì in battaglia e suo figlio, lo Shaykh Heidar, assunse la guida dei Safavidi e sposò la figlia di suo zio Uzun Hasan. Lo Shaykh Heidar ebbe tre figli, il più grande dei quali aveva appena 13 anni al momento della sua morte avvenuta durante la guerra contro Shirvanshah. Sultan Yaqub, figlio di Uzun Hasan pensò di uccidere la prole di Shaykh Heydar, ma a causa della parentela che aveva con essi e per timore di rivolte da parte dei numerosi seguaci del loro padre, vi rinunciò e li rinchiuse in prigione su un’ isola del lago Van. Da qui, dopo poco, essi fuggirono rifugiandosi nella città di Lahijan dove vivevano molti seguaci del padre.
Il tredicenne Ismail, accompagnato da undici compagni del padre, partì alla volta di Ardabil. Strada facendo il numero dei seguaci della sua causa aumentò notevolmente ed egli riuscì a formare un piccolo esercito con il quale intraprese una difficile e dura guerra contro Shirvanshah che aveva assassinato il padre e il nonno. Alla fine riuscì a vincere e sterminò tutta la famiglia di Shirvanshah. Da quel momento Ismail divenne il capo della confraternita Safavide, eliminò in un solo anno tutti i suoi nemici ed oppositori e nel 1503 si incoronò ufficialmente a Tabriz shah dell’Iran. Nell’arco di quindici anni sconfisse tutti gli emiri e i sovrani locali turchi e conquistò il favore della popolazione. Dopo l’incoronazione, Shah Esmail dichiarò lo sciismo religione ufficiale del paese ed inviò missionari in tutte le parti per diffonderlo. Creò inoltre un esercito regolare i cui soldati portavano un copricapo rosso e vennero perciò chiamati Qizilbash (‘teste rosse’).
Nel momento in cui lo sciiismo divenne religione ufficiale, iniziarono i probblemi con i Turchi ottomani. Il sultano Selim I, che aveva assunto il potere dopo l’assassinio del padre, nel 1515 attaccò l’Azerbaijan con un esercito di centomila soldati. Shah Ismail, pur avendo combattuto con un coraggio senza precedenti, attaccando personalmente la linea frontale dell’artiglieria turca, venne sconfitto nella località di Chaldiran vicino alla città di Khoy. L’esercito ottomano non riusci comunque a vincere la resistenza della popolazione dell’Azerbaijan, e fu costretto a ritirarsi a mani vuote.
Ismail, fondatore della dinastia Safavide, fu un grande sovrano, coraggioso e leale, ristabilì l’unità politica e religiosa dell’Iran e liberò lo sciismo dall’isolamento in cui versava. Nei combattimenti fu sempre in prima linea e si adoperò per estirpare l’influenza straniera in tutto il paese, formare un governo indipendente da altri governi islamici e porre fine agli attacchi dei sultani turchi ai confini del paese. Il suo regno, però, durò poco. Nonostante ciò, egli riuscì ad estendere i confini del paese, da est fino alla città di Herat, da ovest sino a Baghdad, annettendo l’Armenia e la Georgia settentrionale. Ebbe ottime relazioni con il Sultan Hosein Baiqara che regnava ad Herat e fu un re saggio, un artista e un letterato. Shah Ismail ebbe anche molti nemici potenti, pronti a cogliere la più piccola opportunità per scatenare una guerra contro l’Iran. Ne sono un esempio eccellente gli attacchi ripetuti degli Uzbechi e dei Turchi. Egli combattè contro i primi presso la città di Marv, uccidendo il capo uzbeco Sheyban Khan ma fu sconfitto in guerra dai Turchi, perdendo così le città di Tabriz e Mosul e le regioni della Mesopotamia e dell’Armenia occidentale.
Shah Ismail morì nel 1525 presso Ardabil e venne sepolto accanto alla tomba del suo bisnonno. Egli fu molto credente, amò l’arte, rispettò gli ulema, i sapienti e gli artisti. Ebbe quattro figli maschi di cui il maggiore, Tahmasb Mirza, salì al trono dopo la morte del padre. Come il padre, Shah Tahmasb rispettava ed onorava gli artisti ed egli stesso praticava l’arte. Regnò per 52 anni (1525–1577) ed in quel periodo l’arte dell’Iran sciita giunse all’apice del suo splendore. Kamal ad-Din Behzad, il famoso pittore della scuola artistica di Herat, che era stato prima alla corte di Sultan Hosein Baiqara e successivamente al servizio di Shah Ismail, diresse i laboratori di pittura, di calligrafia e rilegatura di Shah Tahmasb sino al 1538, formando ed istruendo molti artisti di valore, tra cui Qassem Ali, Mozaffar Ali, Aqa Mirak, successivi fondatori della scuola di pittura di Tabriz. Homayun, sovrano dell’India, conobbe l’arte iranica durante il suo soggiorno alla corte di Shah Tahmasb e fondò una nuova scuola di pittura indiana che si ispirava all’arte iranica.
Il periodo più florido del regno dei Safavidi è rappresentato dl regno di Shah Abbas I, il nipote di Shah Tahmasb. Egli salì al potere dopo Mohammad Khodabandeh. In breve tempo riconquistò la città di Baghdad che era in mano dei Turchi, sconfisse duramente gli Ottomani in una battaglia nelle vicinanze di Tabriz e impose loro di pagare una tassa corrispondente a 100 carichi di seta.
Riconquistò anche la città di Mosul e la regione della Georgia, sconfisse duramente gli Uzbechi inseguendoli fino a Mashad e spingendoli oltre il fiume Jeyhun. Riconquistò l’isola di Hormoz dai Portoghesi ed in seguito trasferì la capitale da Qazvin ad Isfahan che rimase capitale per tutta la durata del regno dei Safavidi.
Dopo il trasferimento della capitale ad Isfahan, Shah Abbas vi costruì diversi giardini, palazzi, moschee e splendide piazze. Teneva in grande considerazione artisti ed artigiani e fece trasferire ad Isfahan gli abitanti della città di Julfa, sita presso le rive del fiume Aras a nord-ovest dell’Iran, poiché erano abili tecnici ed artigiani. Per essi costruì una nuova Julfa nelle vicinanze della capitale, divenuta oggi un quartiere di Isfahan. Costrui inoltre in tutto il territorio del suo regno strade, caravanserragli, ponti, palazzi, moschee e scuole. Ristabilì la sicurezza delle strade, perseguitando ed infliggendo dure pene ai rapinatori; incoraggiò e favorì l’investimento e le attività degli istituti stranieri – sia religiosi che commerciali – in Iran ed instaurò buone relazioni con i paesi europei. Dopo Dario, Shah Abbas fu il primo re a ricevere dal popolo l’appellativo di “Grande”. Egli morì nel 1629 presso la località di Farahabad, nel Mazandaran.
Dopo di lui, nessun altro sovrano safavide mostrò lo stesso valore. Nel 1630 salì al trono Shah Safi. Durante il suo regno, i Turchi occuparono nuovamente Baghdad (nel 1639) ed egli fu costretto a stipulare con essi un accordo di pace nel 1640. Nel 1643, salì al trono Shah Abbas II che si distinse per la sua crudeltà. Nel 1668 Shah Soleiman, salito al trono dopo Abbas II, rafforzò le relazioni tra l’Iran ed i paesi europei. Nel 1695, salì al potere l’ultimo sovrano safavide, Shah Sultan Hossein che si rivelò piuttosto debole ed incapace. Nel 1710, nella città di Qandahar le tribù afghane di confessione sunnita si rivoltarono contro lo stato centrale, senza che lo shah riuscisse a sedare la rivolta. Gli afghani, capeggiati da un certo Mahmud nel 1733 invasero l’Iran occupando Isfahan ed uccidendo tutta la famiglia safavide.
Pietro il Grande, lo zar di Russia ed il governo ottomano, venuti a conoscenza della situazione iraniana, si allearono per dividersi le regioni iraniane del nord e del nord-est del paese: gli Ottomani occuparono Erivan e Hamadan mentre i Russi si impossessarono di Dabran e Baku. Nel 1737, Nader, capo di una delle tribù del Khorasan, che aveva dato rifugio all’unico sopravvissuto della famiglia safavide, ossia Tahamasb Mirza II, si dichiarò sovrano dell’Iran. Egli riuscì a riprendere i territori occupati dagli stranieri, estendendo i confini del paese da est sino alla città di Delhi, da nord-est fino a Bukhara e da ovest sino a Baghdad. Nader fu molto superbo e violento nei confronti dei capi tribù e dei maggiorenti. Egli fu assassinato nel 1748 e suo nipote Shahrokh Khan governò sul Khorasan. In quel tempo Karim Khan Zand prese in mano le redini del paese riuscendo a sedare le rivolte che erano scoppiate in diverse zone. Karim Khan si nominò vakil ‘reggente’ e regnò fino al 1780. Egli fu pacifico e generoso, condonò le tasse al popolo per un periodo di 20 anni, instaurò nuovamente l’unità politica del paese e si impegnò per ristabilire la sicurezza e la pace. Scelse Shiraz come capitale e fece costruire torri di guardia su tutte le strade ed in cima alle montagne, molte delle quali esistono tutt’oggi. Dopo di lui salì al potere Lotf Ali Khan, ma la tribù Qajar, capeggiata da Aqa Mohammad Khan, cresciuto alla corte degli Zand, gli si rivoltò contro. Dopo alcune battaglie, a causa del tradimento di Qavam, governatore della città, Shiraz cadde in mano ai Qajar. Lotf Ali Khan fu catturato a Kerman e consegnato a Aqa Mohammad Khan. Questi si incoronò a Tehran nel 1787 fondando la dinastia dei Qajari. La grande crudeltà di cui diede mostra ne prpvocò però presto la morte d egli venne ucciso nel 1798. Dopo di lui salì al potere Fath Ali Shah, figlio di suo fratello.
Nel 1830 in seguito ad una guerra tra l’Iran e la Russia, venne siglato il cosiddetto patto di Turkmanchai che concesse alla Russia le regioni dell’Armenia, di Erivan e il Nakhjavan. Nel 1835 divenne re Mohammad Shah durante il cui regno ebbe luogo la sedizione di Mohammad Ali Bab a Shiraz (1844-45). Quattro anni più tardi, alla morte di Mohammad Shah, Sali al potere suo figlio maggiore, Nasser ad-Din Shah che ordinò l’esecuzione di Mohammad Ali Bab. Nasser ad-Din Shah fece anche uccidere il suo primo ministro Mirza Mohammad Taqi Khan Amir Kabir, il quale si era molto adoperato per riformare l’Iran e liberarlo dal giogo del colonialismo inglese. Dopo l’uccisione di Nasser ad-Din Shah, avvenuta nel 1897, prese il potere suo figlio Mozaffar ad-Din. A quel tempo ebbe luogo la nota rivoluzione costituzionale che costrinse lo Shah ad emanare appunto una Costituzione. Nel 1908, però, dopo l’ascesa al trono di suo figlio Mohammad Ali Shah la Costituzione venne revocata e fu ristabilito un governo dispotico. Nel 1919, un anno dopo l’ inizio della prima guerra mondiale, l’Iran venne occupato dall’Inghilterra. Nel 1921 Mohammad Ali Shah venne destituito e suo figlio Ahmad Shah divenne re; tuttavia la gestione degli affari del paese fu affidata a Reza Khan Mir Panj che nel 1925, dopo aver destituito Ahmad Shah, si incoronò Shah dell’Iran. Nel 1941 gli eserciti di Russia e Inghilterra occuparono l’Iran, rispettivamente dal nord e dal sud del Paese. Reza Khan fu costretto a dimettersi e a cedere il potere a suo figlio Mohammad Reza. Quest’ultimo agli inizi del suo regno adottò uno stile di governo moderato sottomettendosi però alla politica imposta dall’Inghilterra. Nel 1950 il primo ministro Mohammad Mosaddeq nazionalizzò l’industria petrolifera iraniana. Lo Shah, sostenuto dagli Stati Uniti d’America, si mosse contro Mosaddeq e lo imprigionò. Da quel momento in poi iniziò una politica di repressione, con la cattura, la tortura e l’esecuzione dei sostenitori di Mossaddeq, dei nazionalisti, degli oppositori religiosi, che si intensificò sempre più. Nel 1978 il popolo iraniano, guidato dall’Ayatollah Imam Khomeini, dette vita ad una rivoluzione di massa. Nel gennaio del 1979, lo Shah fuggì all’estero e la rivoluzione del popolo iraniano trionfò vittoriosa. Nel marzo di quell’anno il popolo in un referendum plebiscitario scelse la Repubblica Islamica come propria forma di governo.



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